Calabria: terra dallo spiccato senso della sperequazione
La Regione investe in nuove corse ferroviarie sul Tirreno lasciando lo Jonio ad una lenta ed inesorabile agonia.
È un disco rotto che diffonde sempre la stessa melodia!
Continua la perversa visuale di investire verso l’area Tirrenica lasciando lo Jonio in balia di sé stesso. Si è giunti ad un punto in cui, ormai, le popolazioni neppure si meravigliamo di tale trattamento, riservato forse, con pari entità, agli abitanti di periferia nelle favelas di Rio.
È di qualche giorno fa la notizia del nuovo investimento che la Regione ha inteso pianificare tra la città di Cosenza e il Capoluogo dello Stretto. Sia chiaro, e fuori da qualsivoglia equivoco, ben venga il potenziamento di 4 nuove corse tra le due Città che accorceranno di circa 40 minuti i tempi di percorrenza del tragitto. Ma è aberrante ed oltremodo grottosco non aver investito in un banale collegamento ferroviario da Crotone per Sibari (e magari da Metaponto verso sud coinvolgendo la Regione Basilicata) in coincidenza, con partenza ed arrivo, dell’unico Freccia Argento che dallo Jonio raggiunge Roma, quindi Bolzano e viceversa. Eppure il Freccia è un treno a mercato! Sarebbe oltremodo conveniente, anche al fine di un mantenimento, duraturo nel tempo, garantire un cospicuo numero di passeggeri quali usufruttuari del servizio. È mai possibile che l’area dell’Arco Jonico debba essere inibita a poter fruire dei servizi che tutte le altre popolazioni, a giusta ragione, hanno?
Il pensiero mi ha sfiorato! La solita manina centralista, quella che tutela sempre e solo gli interessi per conto dei Capoluoghi storici, avrà scambiato l’Arco Jonico per il Corno d’Africa pensando che Sibariti e Crotoniati debbano essere trattati alla stregua dei pirati somali? Ma allo stesso modo mi domando: la Politica locale, gli Amministratori, i gruppi di Pressione il mondo delle Associazioni, in riva allo Jonio che fanno? Allestiscono tavoli con tanto di carte per ivi organizzare bische e tresette se, è vero come è vero, puntualmente tacciono su tali storture senza neppure storcere il naso? Non una voce di protesta. Neppure il minimo sussulto d’orgoglio. Tutto tace! Si rimane proni e servili ai voleri del centralismo lasciando che un popolo perda finanche il diritto alla dignità.
Forse ancora non è chiaro a molti che nei piani regionali, statali e di conseguenza europei, l’Arco Jonico, Sibaritide e Crotoniatide, non esistono. Sono state cancellate, cassate, eclissate, dimenticate, disconosciute, elise dalle mappe.
Mi sia concesso: questo non vuole essere il pianto del coccodrillo o il grido di dolore dell’animale ferito, quanto la plastica rappresentazione di un divario incolmabile rispetto all’area Tirrenica che col tempo va sempre più a dilatarsi.
E non facciamoci condizionare dalla deviata visione di qualche malpensante riguardo la galleria di Cutro, la quale rappresenterebbe un vincolo alla modernizzazione della linea Jonica! Perché da Crotone verso nord non esiste alcun tipo di problematica che possa giustificare la flemmatica lentezza con cui si sta procedendo all’elettrificazione, fatto salvo il non voler completare celermente l’opera con l’obiettivo di lasciare i plinti apposti usurarsi di ruggine.
Se esiste, la Politica esca dal letargo! Le tonnellate di pesce che continuano a lanciarci in faccia, iniziano a diventare avariate.
Domenico Mazza