Soprintendenza archeologica, nuovo scippo Catanzarese a Crotone
Il centralismo dei Capoluoghi storici continua nella sua perversa visuale di schiacciare lo Jonio
Era il 24 Agosto 2017, quando a Crotone veniva inaugurato l’ufficio della Soprintendenza Archeologica belle arti e paesaggio, situata nel castello di Carlo V. Passo molto importante per la tutela del patrimonio archeologico della città Pitagorica, con programmi e progetti di lavoro e occupazione per tanti giovani nel settore degli studi archeologici. Tutto ciò è il frutto di quanto seminato negli anni passati; la città di Crotone ha tutte le carte in regola per dar vita alla genesi di un rilancio turistico valorizzando i propri beni culturali, archeologici e paesaggistici.
Soddisfazione da un lato, sogno svanito dall’altro in quanto l’ultima eclatante notizia del 12 Giugno 2020 è quella che il TAR del Lazio rimette in discussione la sede della Soprintendenza Archeologica di Crotone e Catanzaro.
Le rivendicazioni del Sindaco Abramo nel sostenere le ragioni difensive, ancora in attesa della definizione nel merito, non hanno nessun valore storico, etico e sociale. Sicuramente di diversa natura sono le attenzioni verso questa vicenda da parte di Abramo, il quale mostra di salvaguardare soltanto i propri interessi politici e istituzionali. Gli sviluppi legali di tale vicenda sono confluiti in un dispendio di denaro a carico del bilancio delle amministrazioni locali, roba di non poco conto! Questa nuova opportunità per la città Pitagorica, la quale vanta un grande patrimonio archeologico, architettonico e storico, arriva in un periodo nero per il MIBACT che vive di riforme a beneficio solo di telecamere e carta stampata. Infatti il DPCM 169 del 2 Dicembre 2019, prevede oltre allo sviluppo del turismo al MIBACT, la creazione e la crescita di nuovi organismi centrali (sicurezza del patrimonio culturale, Digital, library ecc.) ma, in essere mai attuati in quanto sempre rinviati, come esplicitati nell’art.33 dello stesso DPCM.
La guerra tra Crotone e Catanzaro riguardo la terza Soprintendenza con la scelta di Catanzaro come sua sede, dimostra come la centralizzazione del Capoluogo storico nei fatti abbia sempre inibito la possibilità di realizzazione della città Pitagorica e del suo ambito, mai completamente staccato dall’originaria provincia, se non nella pura formalità. Lo stesso Commissario Prefettizio del comune di Crotone, Tiziana Costantino, si è opposta al ricorso presentato dal comune di Catanzaro, costituendosi e facendo valere le proprie ragioni in punto di fatto e di diritto, tutelando gli interessi legittimi di Crotone. Crotone dovrà portare avanti questa battaglia ad oltranza, per non far tramontare l’unica vera risorsa territoriale, costituita dal patrimonio archeologico. Personalmente e come componente del Comitato per la Provincia della Magna Graecia, auspico che la sospensione non si trasformi nell’ennesima mannaia a danno dello Jonio, con l’aggravante di decapitare definitivamente il futuro di Crotone.
Giovanni Antonio Marsala