C19: prescrizioni, inosservanze, senso civico ed incidentalità in area Magnograeca
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Preoccupa l’innalzamento degli indici di contagio in riva allo Jonio.
Il recente decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, aveva fra le altre cose, precluso la mobilità incontrollata delle persone.
Si pensava che dopo “l’esodo da diaspora” di una settimana fa, laddove dalle immagini che hanno fatto il giro della rete, la stazione di Milano fu presa d’assalto da giovani diretti verso le regioni del sud Italia, il “flusso migratorio da ritorno” dalle aree nordiche sarebbe cessato.
Invece per tutta la settimana, nonostante le preclusioni alla mobilità siano diventatate più incisive (nel primo DPCM, non s’inibiva la mobilità per motivi di domicilio e residenza, quasi a far sembrare sinonimi i due termini e senza considerare che la maggior parte delle persone domiciliate nelle regioni del nord, mantiene comunque la residenza nelle regioni del sud), il transito di autobus e treni, dal lombardo-veneto verso il mezzogiorno è stato comunque incessante (per ultimo i video che ieri sera hanno ripreso i passeggeri in stazione a Milano diretti verso sud grazie a dei treni notte in partenza per Puglia e Sicilia).
Il dato calabrese, ad oggi non allarma particolarmente!
Tutto ciò però non può farci dormire sonni tranquilli, perché accanto alla relativa calma circa le persone impattate, dall’analisi dei primi dati a disposizione notiamo comunque un incremento dei casi colpiti da Covid-19 immediatamente successivo alla fase d’esodo delle persone dalle regioni nordiche verso quelle in cui il sole saluta quasi sempre il buon mattino.
In tutto ciò quello che allarma ancora di più è che il dato diramato a ieri dalla protezione civile vede, tra il crotoniate e la sibaritide, 21 casi accertati su 60 totali in Calabria.
Tutto ciò purtroppo palesa che il rapporto tra il contagiato e la popolazione di riferimento nell’area della Magna Graecia è di 1 ogni 19000 abitanti, mentre nel resto della Regione il rapporto sale ad 1 ogni 40000 abitanti.
Questo dato di sicuro non è confortante, considerato che il picco dovrebbe evolversi entro i prossimi 15 giorni, e per come sviluppatosi anche nei focolai del nord il trend di crescita delle aree laddove il dato spiccava di più in termini di contagi, si è mantenuto comunque in costante crescita, senza ad oggi aver accennato a flessioni significative.
Appare ancora più drammaticamente verosimile che lo Jonio, inteso come area della Magna Graecia, abbia la maggiore incidentalità del contagio, pur arrancando (haimè) di idonee strutture in loco, qualora la situazione dovesse degenerare.
Alla luce di ciò bisognerebbe attuare un piano che tenga conto delle richieste da parte delle amministrazioni locali, partendo dalle aree rivierasche per finire all’entroterra che senza le necessarie precauzioni potrebbero implodere in maniera incontrollata.
Intanto dovremmo tutti richiamarci ad una nuova predisposizione al senso civico (caratteristica che purtroppo denota nei nostri comportamenti notevoli carenze ed aspetti lacunosi), cercando di rispettare le preclusioni previste dal DPCM, sopratutto inibendo la possibilità di movimento intercomunale di mezzi e persone se non legata ad esigenze contingenti, evitando d’assistere giornalmente al transito di persone dal Nord a Sud, stipate in autobus e treni, laddove la statistica insegna che se non si è già portatori del virus, ci sono buone probabilità di contrarlo a seguito delle condizioni d’assembramento tra le persone stesse.
Invero dalle ultime notizie sembrerebbe che si sia proceduto alla soppressione di tutti i treni notte.
—Era ora!—
Infine, considerando che la maggior parte delle persone residenti in Calabria (soprattutto nelle aree interne) sono prevalentemente anziani e pertanto più soggette ai risvolti negativi dell’infezione, come haimè, il bollettino di guerra delle province lombarde ci sta drammaticamente palesando di ora in ora, sarebbe necessario essere più previdenti e protettivi verso genitori e nonni, ad oggi anello debole di una già logora catena.
Domenico Mazza