CAMPAGNA ELETTORALE A CROTONE, SCADENTE. I CANDIDATI PARLANO DEL VUOTO.
È scattata la molla della solita ipocrisia, quando si tratta di mettere mano alle responsabilità dei capoluoghi storici cala il silenzio. Classe dirigente connivente e contigua al centralismo, lo stesso che ha condotto Crotone all’isolamento
Seguendo il dibattito elettorale che si sta sviluppando fra i contendenti la poltrona di primo cittadino Pitagorico, ciò che traspare in maniera inequivocabile è una diffusa ipocrisia che pervade il pensiero dei contendenti.
Si converge sull’idea che Crotone sia stata privata della sua identità, che la città annaspi a ritrovare una dimensione, che gli abitanti siano ormai rassegnati ad una condizione di perenne sottomissione, che sia una città colpita e ferita nell’orgoglio crotoniate, ma puntualmente si glissa sulle cause che abbiano generato tale effetto perché forse, anche solo nominare i veri responsabili è qualcosa che mina l’interesse del carrierismo politico.
Entrano in gioco prepotentemente fattori come l’ipocrisia, la falsità e il raggiro nei confronti degli elettori.
Si parla dell’effetto ma si non va alle cause, come solo i codardi amano fare: Chi ha condotto Crotone ed i Crotonesi a questa degenerata situazione?
Chi ha portato la città sul ciglio del baratro, continuando a spingerla, centimetro dopo centimetro, giù nel burrone?
Chi ha venduto l’identità Crotonese in cambio di un pugno di lenticchie? E soprattutto chi ha generato il processo d’arretramento sociale e culturale in cui versa la città da oltre 30 anni?
Dalle risposte riusciremo a comprendere per quale motivo, oggi, la città Pitagorica è fanalino di coda in Italia rispetto a tutti gli indici di misura.
Si sono chiesti, i Candidati a Sindaco, chi ha fatto sprofondare Crotone agli ultimi posti in Italia come qualità della vita?
E soprattutto, si ha una vaga consapevolezza, contro chi avviare una battaglia di recupero della dignità cancellata ai loro cittadini?
Allo stato, convergono tutti sul fatto che la città abbia un divario impressionante rispetto agli altri centri della Regione, ma disconoscono che le ragioni di tutto ciò sono semplicemente da attribuire al ruolo dei capoluoghi storici Calabresi, in primis il Capoluogo di Regione, e di conseguenza la città Brutia, che con le loro politiche centraliste ed isolazioniste, hanno fatto manbassa di tutto, relegando la città Pitagorica a un destino nefasto, fatto di miseria e disperazione, nel quale i cittadini hanno perso finanche l’orgoglio di sentirsi Crotonesi, vedendosi giornalmente privare di ogni servizio, puntualmente dirottato in altre località.
Invece a cosa assistiamo? Ad una politica prona e succube, da fedele cane da riporto al volere delle città che hanno fatto terra bruciata in ogni campo, isolando Crotone e tutto l’arco Jonico, rendendoli larve di se stessi.
Occorre invertire la rotta e aprirsi a una iniezione di coraggio e di vero cambiamento.
Basta osservare la pioggia di milioni che continua a cadere su Catanzaro e Cosenza mentre a Crotone si mette al centro del dibattito la sola bonifica di Eni, quasi come fosse l’unico argomento in grado di risolvere i problemi del lavoro, dell’occupazione, della sanità, dei trasporti, della mobilità pubblica, e soprattutto dell’isolamento dal contesto regionale e nazionale.
Si butta fumo negli occhi per annebbiare la vista degli elettori a cui, ovviamente, non sfugge l’atteggiamento di totale accondiscenza, per mancanza di autorevolezza, degli attuali assetti crotoniati alla classe politica riconducibile ai capoluoghi storici.
E allora ecco che è conveniente rimanere in superficie.
Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia