Crotone, Lentini: “Cambiare per ricominciare e per non morire”

Crotone, Lentini: “Cambiare per ricominciare e per non morire”

Allontanare dalle leve del potere decisionale i cretini intraprendenti che pensano di risolvere le complessità che affliggono la città, ignorandole

Senza entrare, almeno per il momento, nel merito delle questioni, constato e segnalo, con rammarico, che a Crotone, pur avvenendo una serie ininterrotta di avvenimenti, uno più grave dell’altro, quello che prevale è il vuoto. Un vuoto che più vuoto di così non si può. Un vuoto assoluto, se ciò, in natura, fosse possibile. Al quale si aggiunge un silenzio (quasi) assordante della comunità crotonese. Una comunità che appare del tutto (o quasi) assente e del tutto (o quasi) disinteressata da tutte le problematiche che stanno interessando e che stanno investendo la città. Penso al consiglio comunale. E penso ai consiglieri comunali. Consiglieri comunali, anche i più capaci e volenterosi, che il più delle volte, balbettano e si barcamenano perché l’indirizzo politico che imperversa è chiaro, “trasformare tutte le questioni, anche quelle strategiche, in questioni formali e procedurali e mai di sostanza”, e quindi, rebus sic stantibus, anche quando vengono e venissero poste all’odg questioni rilevanti, come la bonifica o il piano strutturale comunale o la tematica delle partecipate, quelle questioni , si devono trasformare, e quasi sempre si trasformano, in inutili e odiosi contrasti e schermaglie personali. Penso alle organizzazioni sindacali e datoriali. Organizzazioni sindacali e datoriali che si limitano a qualche formale pronunciamento verbale e nulla più e che, quasi sempre, fanno finta di non vedere e di non sentire e di non capire che gli accadimenti che stanno avvenendo in città sono di straordinaria importanza e rilevanza. Sono giorni questi in cui, nolenti o volenti, si sta decidendo il futuro della città. E di contro nessuno che sente il bisogno e la necessità di far sentire la propria voce. E quelle poche volte che qualche voce isolata esce dal coro silenzioso è solo per dimostrare, prima a sè stesso e poi agli altri, di essere più realista del re. Un coro unanime di servitori e valletti che oggi, come ieri e, forse, come domani, è stato è e sarà al servizio dei potenti di turno. Una situazione in cui a prevalere è l’etica dei (falsi) principi e delle (false) intenzioni, e, in molti casi, del disinteresse e dell’apatia, rispetto all’etica della responsabilità e della realtà, e dell’impegno e della lotta. Sotto quest’aspetto penso alla problematica della bonifica in cui sono state silenziate le voci, poche a dire il vero, che di questa problematica avrebbero voluto e vorrebbero parlarne in maniera vera e seria e alla luce del sole, preferendo, invece, dar risalto a quella che sembra esser diventata la voce unica, “Fuori i veleni da Crotone”. Affermazione di principio che trovo affascinantissima e che pure si sta rilevando un boomerang. E questo perché, e quest’idea nessuno me la toglierà dalla testa, tutti fanno finta di non sapere che a lungo andare questa contrapposizione, lo dico senza che nessuno si senta offeso, inutile e sterile contro Eni e, ultimamente, contro il Commissario Straordinario alla bonifica del Sin e contro il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, avrà come unica conseguenza il fatto che la multinazionale del cane a sei zampe, confortata in questo senso dalle attuali e quelle che si presentano come le future normative europee, si determinerà a mettere sul tavolo delle trattative quello che è stato da sempre il loro (malcelato) intendimento, per loro la soluzione migliore , quella più sbrigativa e meno dispendiosa, e , per certi aspetti , quella più sostenibile dal punto di vista ambientale. Abbancare i rifiuti “in situ”, e cioè nello stesso posto in cui sono stati prodotti. Abbancamento dei rifiuti in situ che per Crotone, a differenza dello stoccaggio in una discarica già presente sul territorio, sarebbe la fine di ogni idea di riscatto e di rilancio di una comunità che appare, ogni giorno che passa, sempre più umiliata e offesa e di un territorio destinato a diventare sempre più isolato e sempre più marginale. Ci attende, ed è da tempo che lo vado ripetendo, un futuro nero. Una notte buia e senza stelle in cui tutte le vacche saranno nere. E non aggiungo altro, poiché altro non vi è da aggiungere.

Tranne una piccola e velocissima postilla finale. In Italia e in Europa, in questi ultimi mesi, si è aperta una riflessione molto importante su come realizzare un nuovo piano industriale italiano ed europeo. Costruire un nuovo piano industriale dopo che ci si è accorti di aver commesso un errore strategico. Quello di aver rinunciato alla produttività e alla competitività in favore di altri continenti. Emblematico a questo riguardo il ritardo accumulato, ormai (forse) incolmabile, sul tema dell’Intelligenza Artificiale. In questo quadro Mario Draghi, a differenza dei modesti e miopi politici presenti in Europa, ha lanciato un segnale d’allarme che l’Europa non può più permettersi di ignorare. E che Forza Italia, pur tra mille errori e mille contraddizioni, non ha ignorato e non sta ignorando tant’è che il 25 gennaio 2025 il partito azzurro ha organizzato a Milano un convegno dal titolo molto evocativo “Un piano industriale per l’Italia e per l’Europa”. “Senza un massiccio aumento degli investimenti, il continente (europeo) rischia un declino economico lento ma inesorabile” queste le parole con le quali Mario Draghi nel suo ultimo rapporto, non si è limitato solo a suggerire politiche per il rilancio della competitività europea, ma ha proposto un piano di intervento incentrato su investimenti e rafforzamento della governance economica europea: 800 miliardi di euro all’anno per rilanciare la competitività industriale e accelerare la transizione digitale ed ecologica e un nuovo “quadro di coordinamento della competitività” per affrontare le priorità strategiche dell’Ue con il superamento del voto all’unanimità nel Consiglio Europeo. In questo quadro di rinnovata attenzione per l’industria e per il lavoro Crotone può trovare una propria collocazione e un proprio spazio. E questa collocazione e questo spazio lo può trovare chiamando a raccolta tutte le forze sane della città e del territorio per dare vita ad un’assemblea costituente e ricostruire il fragile sistema territoriale. Pensare e programmare e costruire un proprio piano industriale per rilanciare nell’area del Mediterraneo la città di Crotone , di quella città che fu, in un passato non molto lontano, la capitale dell’industria e del lavoro e della dignità del lavoro. E per accelerare la transizione digitale ed ecologica del post bonifica da concertare e condividere con il governo nazionale e le multinazionali presenti sul territorio. Rispetto a tutto questo vi è una sola precondizione senza la quale tutto risulterebbe tempo perso. Allontanare dalle leve del “potere decisionale” i “cretini intraprendenti” che pensano di risolvere la complessità ignorandola.

O, peggio, riducendola a semplicità. O, peggio ancora, affrontandola con gli slogan e con gli annunci. Ora. O mai più. Non c’è più tempo da perdere.


Giovanni Lentini

Redazione Comitato MagnaGraecia