Lo strabismo di Sacal
La condizione dello scalo pitagorico continua ad essere in alto mare
Ryanair e Regione Calabria annunciano a Reggio Calabria il Nuovo Piano Volativo della compagnia irlandese .
Da Reggio Calabria si potranno raggiungere Berlino, Barcellona, Manchester, Marsiglia e Tirana.
Da Crotone si potrà raggiungere Torino (con volo stagionale).
Da Lamezia si potrà raggiungere Valencia.
Chiaramente, senza nascondersi dietro il dito, è un piano che nasce strabico. E nasce trascurando la fascia jonica calabrese. Fascia jonica in cui è presente l’aeroporto di Crotone. Piano strabico, ma quel che è peggio è che ancora una volta, plasticamente, si dimostra, e non ve n’era bisogno, che Sacal, la società aeroportuale calabrese, non ha un suo piano industriale e che, soprattutto, è incapace e inadeguata a svolgere il ruolo per cui è nata: lavorare nell’interesse dei tre aeroporti calabresi in maniera coordinata e sinergica.
Siamo in alto mare per quanto concerne il Contratto Istituzionale di Sviluppo “Volare”. Sotto quest’aspetto l’aeroporto di Crotone si presenta con una stazione aeroportuale in condizioni di totale abbandono e degrado.
Siamo in alto mare e ostaggio degli oneri di servizio. Oneri di servizio dirottati sul volo unico Crotone-Roma senza che la società aeroportuale, e poteva invece farlo autorevolmente, abbia opposto nessuna obiezione al comune di Crotone che, in maniera populistica e demagogica, aveva richiesto ed ottenuto di dirottare tutti gli oneri di servizio su un volo unico che alla fine della giostra si dimostrerà antieconomico e che, quindi, alla fine dei tre anni sarà annullato per l’evidente squilibrio finanziario che crea. Squilibrio che sarà sotto gli occhi di tutti gli operatori, a partire da Sky Alps.
Siamo in alto mare anche per quanto riguarda l’individuazione della Zona Economica Speciale dell’area retroportuale che, e questo non sfugge a nessuno, è di dimensioni così modeste e marginali che non potrà permettere e non permetterà nessuna progettualità per future attività cargo e di logistica in genere. Questo anche, e in conseguenza della trasformazione della ZES Calabria in ZES Sud.
Insomma per quanto riguarda l’aeroporto di Crotone un insieme di debolezze che segneranno il suo destino. Un destino che, continuando e perdurando così le cose, non potrà che essere uno: la chiusura definitiva dello scalo. Con il conseguente e definitivo isolamento di un territorio, quello della fascia jonica centrale, destinato a rimanere ultimo tra gli ultimi.
E non aggiungo altro.
E, volutamente, non parlo e non scrivo delle altre due infrastrutture: il Porto e la Stazione, di cui mi sono occupato nel recente passato. Infrastrutture lasciate anch’esse al loro tragico e triste destino.
Sine qua non.
Giovanni Lentini