L’anno che verrà, i concerti, le piazze, la movida di Capodanno… E poi?
Capitalizzare gli strascichi positivi della notte di San Silvestro e trasformarli in valore aggiunto per l’Arco Jonico
È stato senza dubbio alcuno un fine anno col botto per l’Arco Jonico. La riuscita kermesse crotonese e i numeri registrati durante le manifestazioni natalizie e al concerto di Max Pezzali a Corigliano-Rossano hanno rilasciato motivanti endorfine lungo la lingua di costa che distanzia Sibari da Crotone. Gli eventi organizzati nella notte di capodanno hanno motivato gli animi e profuso ottimismo nelle popolazioni joniche.
Le menzionate operazioni di marketing territoriale, tuttavia, se non accompagnate da adeguate politiche di governance, rischiano di trasformarsi nell’ennesima occasione persa per lo Jonio. Con il rischio di aver prodotto, ancora, un buco nell’acqua.
“L’anno che verrà” è ormai arrivato da giorni e il “Non c’è storia in questa Città“, ribattezzata dal pubblico e dalle Istituzioni presenti al concerto di Pezzali in “Voglia di riscrivere la storia di questa Città“, potrebbero rappresentare valore aggiunto per le Comunità di Crotone e Corigliano-Rossano. Ad ogni modo, ancor prima di sommare valore aggiunto, è necessario stabilire il perimetro entro cui le richiamate Città dovranno muoversi per declinare un paradigma che inquadri una diversa prospettiva per il futuro delle Popolazioni interessate.
Il nuovo anno, intanto, si apre con una serie di vertenze non ancora dibattute. Tantomeno risolte o in via di risoluzione.
FRONTE CROTONIATE
Nella Città di Pitagora incombe la problematica Abramo. Anche i più fiduciosi sanno che la proroga trimestrale, intevenuta a distanza di qualche giorno dalla annunciata cassa integrazione, rappresenta l’ennesimo palliativo. Circa 500 persone rischiano di ritrovarsi senza lavoro già da marzo. E per una realtà come Crotone, perdere un numero così importante di salari significherebbe affrontare l’anno in corso (e quelli che verranno) nel più completo senso di precarietà. Ancora, le incertezze che circolano in rete sul futuro dell’offerta volativa dallo scalo di Sant’Anna, potrebbero mettere a serio rischio il diritto alla mobilità del Marchesato; inibendo, altresì, la possibilità alla Sibaritide di sperare in una connessione veloce ed europea verso il più prossimo aeroporto di riferimento.
Le rassicurazioni del Presidente della Regione sulla vicenda 106 e sulla elettrificazione del tronco ferroviario jonico non possono far dormire sonni tranquilli all’estremo levante calabrese. Gli importanti investimenti annunciati richiederanno tempistiche abbastanza lunghe. Il problema della mobilità lungo l’intero Arco Jonico, d’altronde, non può essere licenziato con la realizzazione di due traverse e la posa di un filo elettrico sui binari. Servono maggiori investimenti sulla statale (almeno per completare il semicerchio Sibari/Corigliano-Rossano/Crotone/Catanzaro). D’altra parte, non può essere posticipata la cantierizzazione delle varianti di velocizzazione e messa in sicurezza del percorso ferrato (variante Melissa-Strongoli, variante aeroporto, bretella di Thurio, eliminazione dei passaggi a livello). Invero, l’incidente di Thurio, il dramma automobilistico dell’Epifania sulla SS106 e l’incidente ferroviario di Roccella Jonica indicano, inequivocabilmente, il livello di precarietà in cui versano le principali direttrici joniche.
FRONTE SIBARITA
In ambito sibarita incombe la vicenda porto. La nascita di alcuni Comitati, opposti alla realizzazione degli insediamenti BH-Nuovo Pignone, deve indurre Politica e Istituzioni a riflettere.
E, per meglio comprendere le eventuali opportunità in campo occupazionale e di sviluppo messe sul piatto dal titanico opificio, non si può esulare dalla organizzazione di manifestazioni e dibattiti al fine di chiarire obiettivi ed interessi del colosso industriale. Verificando, quindi, i presupposti per immaginare compatibilità (o incompatibilità) fra i richiamati interessi e le vocazioni territoriali.
Ancora, la vicenda legata alla realizzazione del nuovo ospedale deve avviare a piena consapevolezza la Classe Dirigente affinché si pretenda la creazione di un presidio Hub. La nuova facoltà di medicina a Cosenza e la prossima istituzione del medesimo percorso di studi a Crotone inducono alla necessità di immaginare un nosocomio di nuova generazione che non fornisca soltanto risposte sanitarie all’importante contesto demografico ospitante, ma che si presti, anche, al servizio della ricerca e della specializzazione dei futuri medici.
Bisognerà, inoltre, rilanciare il dibattito sulla futura AV. Non è pensabile, tantomeno proponibile, né attuabile che il tracciato della linea tagli fuori tutto l’ambito dell’Arco Jonico. Permettere una simile sciagura, significherebbe scrivere il de profundis al diritto di mobilità di un quarto della popolazione regionale.
Risulta macchiettistica, invero, l’esultanza della Politica alla messa in esercizio sui binari jonici di qualche convoglio Blues. Acclara la menzionata condizione, l’immobilismo dimostrato di fronte allo scellerato ed irrispettoso tentativo d’esclusione del lembo di nord-est calabro dai grandi progetti infrastrutturali in campo ferroviario.
OBIETTIVI A BREVE/MEDIO TERMINE
Ecco, basterebbe avere chiara la risoluzione delle illustrate problematiche per disegnare una nuova prospettiva lungo l’Arco Jonico. Per farlo sarebbe utile partire dalla consapevolezza che il peso politico è direttamente proporzionale alla valenza territoriale e demografica di un ambito. La Sibaritide ed il Crotonese dovranno prendersi per mano e guardare insieme nella stessa direzione per immaginare un percorso foriero di sviluppo e sugellato dagli affini interessi.
Perché il problema delle due principali Città dell’Arco Jonico calabrese non è la mancata bellezza dei luoghi, ma l’assenza di prospettive per i giovani.
È il lavoro che rende i Cittadini “liberi”! Senza di esso si continuerà a rimanere imbrigliati ed imbavagliati nel pantano del compromesso. Vieppiù, con il rischio concreto che il territorio continui ad affogare nel limbo della precarietà e dell’oblio. Con la conclamata certezza, in verità, che l’unico parametro in salita continuerà ad essere lo spaventoso esodo demografico dal territorio in questione.
Gli appuntamenti pubblici organizzati in occasione del Capodanno, lo hanno dimostrato ampiamente: pur nella precarietà dei collegamenti, pur rimanendo localizzate su una fatiscente rete della mobilità, le Città joniche sono riuscite ad attrarre flussi importanti ed esterni alle mura delle stesse.
A questo punto la Rappresentanza Istituzionale, le Istituzioni locali sono chiamate a fare ciò che non è mai stato fatto per cambiare la linea di passività su cui lo Jonio è stato costretto ad adagiarsi, aprendo a scenari di rinnovate occasioni.
La politica dovrà svestire i panni dell’opportunismo personalistico per indossare gli abiti delle opportunità territoriali. Solo una visione d’insieme ed uno svecchiato approccio territoriale, volto alla consapevolezza della Sibaritide e del Crotonese come unico territorio, potrà fornire quel quid necessario atto a cassare la prona riverenza politica dei due contesti ai rispettivi centralismi….
Per dotare di centralità e rinnovato appeal un ambito che aspetta da tanto (troppo) tempo, di ritrovare la propria dimensione slegata da lacci e lacciuoli che nell’intervallo degli ultimi decenni ne hanno impedito la crescita e lo sviluppo sostenibile.
Domenico Mazza