Evento di Capodanno a Crotone: un successo senza precedenti
Opportune le scelte politiche sulla location pitagorica de “l’anno che verrà”. Restano le emergenze. Da ridisegnare le prospettive per la Città
“L’anno che verrà” è stato un successo di ascolti ed una piattaforma promozionale, per la Calabria e per Crotone, senza precedenti.
La scelta del Presidente Occhiuto si è rivelata opportuna e il Sindaco Voce ha saputo far fronte all’impegno, coinvolgendo tecnici e collaboratori e interloquendo con le associazioni di categoria.
Una prova del “fuoco” egregiamente superata.
In ogni caso le emergenze restano tali e la prospettiva è tutta da ridisegnare.
Non è mai stata raccontata una cosa diversa.
Chi ha avversato la scelta o l’esposizione finanziaria del Comune, aveva tutto il diritto di farlo ben sapendo però che anche chi l’ha pensata diversamente aveva titolo di cittadinanza e, nella fattispecie, ha avuto ragione, perché Crotone come comunità ha risposto in forza del suo entusiasmo piuttosto che delle sue inquietudini.
Ora si eviti di tornare indietro, riqualificando “il salotto buono” della Città e ampliando lo spazio pedonale fino a P.zza Duomo.
Tutto molto semplice, senza scomodare Victor Hugo e i Francesi di inizio 800 sottoposti ad una vita grama dalla grandeur Napoleonica che ne facevano una nazione isolata e in conflitto in Europa.
Come nel caso della barzelletta “… Avvoca’ rischiamo di perdere la causa”.
A Crotone non serve una crociata all’incontrario di quella già realizzata da Voce nel 2020.
Voce si avvalse di un sistema politico involuto, autoreferenziale e, in qualche caso, paternalistico e delirante.
Da una parte la vecchia logica clientelare e asfittica.
Dall’altra, invece, una somma informe, di per se’ priva di identità e di visione progettuale.
Ergo, bisognerebbe non permanere nelle stesse pre condizioni che resero possibile l’ascesa di Voce.
E allora che fare?
Elementare: ricomporre un sistema dei partiti assente da lungo tempo.
Esso indurrebbe Voce a compiere una scelta consapevole e coerente con la sua formazione culturale e politica di cui, nelle more, si sarebbe dovuto emancipare.
Metterebbe alla prova l’adeguatezza dei nuovi gruppi dirigenti e a misurarsi, tutti, sul terreno del merito e della visione progettuale.
In verità, quest’ultima aspettativa, è un po’ frustrata dal fatto che si ha notizia di Congressi celebrati nel chiuso di qualche stanza o al massimo di qualche salone, con ripresa televisiva, ma senza avere contezza di quale idea di Città o di Provincia si voglia affermare.
Almeno sapremo distinguere fra inesperienza e inidoneità ad esercitare funzioni di direzione politica.
Quel ch’è acclarato, è che in Consiglio Comunale, ultimo eletto nello scenario succitato, non c’è maggioranza ma neppure opposizione.
Eppure non vi è eterodirezione come quella che Voce ha sempre denunciato costruendo il suo consenso.
Nel nostro caso il Sindaco fa’ tutto da solo: è concavo e convesso.
È consapevole di essersi perso per strada dai 4 ai 5 Consiglieri Comunali e che in almeno 2/3, di coloro i quali gli manifestano sostegno non può contare perché non sanno neanche di cosa parlano o dove si trovano.
E poi, l’opposizione.
In una realtà diversa da Crotone (una qualsiasi realtà di Città Capoluogo o anche di pari densità demografica) non assisteremmo mai alle comparsate di cui sono capaci i “nostri” Consiglieri Comunali.
È fin troppo ovvio che una opposizione che somma gli attuali schieramenti nazionali e regionali è priva di orientamento politico e interpreta la funzione amministrativa alla giornata o, meglio, alla bisogna.
E di tutto ciò con chi c’è la possiamo prendere senza iniziare da noi stessi cittadini elettori?
Col Sindaco?
In parte sì, perché dovrebbe pretendere chiarezza dai “suoi” Consiglieri Comunali, almeno quelli eletti grazie al suo valore aggiunto.
Quelli, tanto per intenderci, eletti coi voti presi nel proprio condominio e che difficilmente rientrerebbero in Consiglio.
Con il PD?
Sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Ha un solo Consigliere Comunale iscritto e capo gruppo di se stesso.
Oltretutto afflitto da una solitudine che lo porta a dialogare con soggetti che alle prossime amministrative saranno in competizione alternativa.
Come se ciò non bastasse, la segreteria Provinciale del PD ha orgogliosamente rivendicato il suo primato sulla scelta delle interlocuzioni col Sindaco Voce che il proprio regionale bypassava sistematicamente.
Chissà, forse un eccesso di coerenza ed orgogliosita’ che obbligherà il PD a costruire una coalizione di sana pianta mancando, però, sia il suo retroterra, sia gli alleati ed, anche, il candidato adeguato alla sfida. Almeno ad oggi.
E poi il Centro Destra.
L’azione dei Consiglieri non è organica ad una comune idea progettuale per la semplice ragione che non esiste un’idea o una visione della coalizione di centro destra.
Esiste ed è palpabile l’azione di Governo di Occhiuto ma non il contrario.
Occhiuto parla di Aeroporto o di Autority Regionale piuttosto che di Turismo o di fusione dei Comuni e a Crotone, invece, si mandano i Consigli in seconda convocazione e non si convocano neppure per rilanciare i temi cari ad Occhiuto per corroborarne, quanto meno, l’azione di Governo.
Occhiuto rassicura sul No alla discarica di Giammiglione e orienta la scelta del Gen. Errigo per la bonifica, e la coalizione di CD non provoca nessuna riflessione pubblica.
Né per fare risaltare il ruolo del Governatore ma, ancora peggio, senza fare conoscere la propria posizione sulle prospettive della Città post bonifica.
Occhiuto parla di Ponte sullo stretto e delle implicazioni sullo sviluppo delle infrastrutture secondarie e, bontà loro, nessuno viene attraversato dal dubbio che per la 106 potrebbero servire risorse molto prossime a quelle occorrenti per il Ponte.
Sul Ponte dello stretto che diventa la priorità del Paese dopo aver trascurato, tutti, la “strada della morte” per decenni, qualche sussulto sarebbe stata cosa buona e giusta.
Per non parlare della fusione dei Comuni che a Cosenza vede Occhiuto e il CD schierato a favore, mentre a Crotone neanche provano ad affrontare il tema.
Salvo qualche pensatore compulsivo che non regge ai giorni dispari o qualche barricadero nostalgico.
Ma il CDKR (centro destra crotonese) non ha molta memoria di quando al Governo c’è il proprio omologo nazionale.
2014, ultimi scampoli di legislatura, Giunta Scopelliti e 5 Consiglieri Regionali autoctoni: Collegio unico Area Centro.
Va da sé che, allo stato, è in discussione, nella comm.ne competente, la legge di riforma sulle Province.
Quel che è certo e che si ritornerà al suffragio popolare.
Non abbiamo certezze, invece, che la densità demografica per le Province venga rivista a ribasso rispetto alla Del Rio che prevedeva una popolazione non inferiore ai 300 mila abitanti.
Ma anche qualora si lasciassero invariate le densità demografiche, siamo certi che essere piccoli ci permetterà di uscire dalla condizione di minorità e irrilevanza generata dal collegio unico dell’area centro?
A Catanzaro già si parla di “Grande Provincia” e di “area urbana Catanzaro-Lametia”.
Non è un problema di campanilismo.
Si tratta semplicemente di ridisegnare e rilanciare una “Nuova Calabria” che non può rimbalzare allo status quo ante 1993.
Riuscirà la “tavola rotonda” di cui si sente parlare ma di cui non si legge nulla, a darsi una direzione di marcia.
Basterà un Re Artù e un Lancillotto per sopperire all’assenza di politica da tempo immemore?
Il problema, quindi, non riguarda solo il PD ma anche il CDKR.
Manca un anno e mezzo per approntarsi alle prossime Amm.ve.
E vorrei ricordare, da ultimo, che molto spesso la storia si ripete e che i Crotonesi difronte alla confusione o alla inattendibilità sono abituati, saggiamente, a rifugiarsi nel vecchio adagio “..per Peppe e Peppe mi tengo Peppe mio”.
Mimmo Critelli