La ZES Crotone. Una straordinaria opportunità. Forse.
Le ZES faticano a decollare causa le difficoltà legate ai nodi infrastrutturali.
Nelle settimane scorse il Commissario Straordinario della Zes Calabria ha permesso il primo investimento con la nuova autorizzazione unica Zes. Si tratta di un buon segnale di operatività, anche se, per amore della verità, l’investimento autorizzato rientra nei limiti degli investimenti agevolabili anche col credito d’imposta ordinario.
Tuttavia le Zes, non solo quella calabresi, nel complesso faticano a decollare e questo per le difficoltà legate ai nodi infrastrutturali. Le Zone Economiche Speciali sono uno strumento di politica dello sviluppo territoriale fortemente legate alla dimensione locale e localizzate in aree limitate e basate su specifici vantaggi nelle quali il decisore pubblico decide di concentrare vantaggi di tipo fiscale, procedure semplificate e investimenti infrastrutturali. Da ricordare che le ZES sono entrate nel sistema normativo italiano con il Decreto Mezzogiorno del 2017 e anche se la loro concreta istituzione veniva demandata, sotto vincoli, alle Regioni, per una volta, dopo anni di immobilismo e di inattività , si compiva una scelta di politica industriale esplicita. Le Zes dovevano essere nel Mezzogiorno ed avere al centro un’area portuale (tra le cosiddette «core»), cui le aree della Zes dovevano essere organicamente e funzionalmente collegate. Questo rifletteva una visione dello sviluppo industriale imperniata sulla centralità della logistica nel determinare gli insediamenti.
I vantaggi alle aree Zes sono di tre tipi: vantaggi fiscali, semplificazioni, infrastrutture. “Il terzo pilastro implica porti efficienti e allo stesso tempo lo sviluppo di una capacità intermodale necessaria a rendere affidabili, economici e veloci i trasferimenti di merci. Questo elemento era, tra gli altri, dirimente nella scelta delle aree che le Regioni avrebbero dovuto fare nel Piano Strategico della Zes. In particolare il nesso infrastrutturale tra i porti e le aree Zes avrebbero dovuto essere, a norma del DL 91, un criterio obbligatorio per la loro scelta”. Così, purtroppo, almeno per quanto riguarda la Calabria, non è stato.
Gli investimenti infrastrutturali sono comunque uno dei nodi decisivi delle ZES per quanto, nel Mezzogiorno, l’intermodalità e, in particolare, quella ferroviaria non decollano. Alcuni dati per avvalorare la nostra tesi e sui quali riflettere. “Dal 2003 al 2021, mentre il traffico merci via mare aumenta quello via ferrovia addirittura perde quote seppur marginalmente (dal 4% al 3 % ). Il traffico merci via ferrovia in entrata/uscita dai porti è aumentato in Italia negli ultimi anni, ma non c’è nessun porto meridionale tra i primi 6 per traffico merci via ferrovia. E d’altronde nei porti meridionali, nonostante il 45% del traffico merci del paese, ci sono solo il 9% degli accosti dotati di binari collegati alla rete ferroviaria nazionale (dati Srm). La stragrande maggioranza degli accosti è nei porti del Nord-Est. Di fatto la modalità ferroviaria è oggi compressa nei porti meridionali”.
Ricapitolando. Il Pnrr prevede 630 milioni di euro di investimenti nelle aree Zes. A queste, si aggiungono ulteriori risorse da altre fonti sui porti del sud. Si tratta in gran parte di investimenti su collegamenti di «ultimo miglio», digitalizzazione e potenziamento della logistica. “Per valutare la reale importanza delle Zes, queste cifre vanno confrontate con le dimensioni degli investimenti complessivi sulla portualità (10 mld. di programmazione complessiva di cui 3,4 già finanziati al sud). Per una comparazione, ci sono 1 miliardo di investimenti sui soli porti di Genova e Trieste”.
Sotto quest’aspetto le Zone Economiche Speciali calabresi scontano più di altre la tara di una cattiva progettazione da parte della Regione, non imputabile all’odierna amministrazione regionale guidata dal presidente Occhiuto , che ha deliberato un piano strategico della Zes che ricalca il vecchio e obsoleto modo di procedere. Per campanili e non invece per priorità.
In questo quadro la ZES Jonica pone problemi di coordinamento e governo significativi poiché è particolarmente difficile programmare una attività di promozione, atteso che le aree incluse hanno praticamente tutte le vocazioni produttive e di esportazione immaginabili. Con l’aggiunta, non marginale, che gli interventi Pnrr nella ZES Jonica sono piuttosto limitati, per non dire assenti. Complessivamente, a nostro parere, però gli investimenti e gli obiettivi di riorganizzazione del trasporto su modalità ferrovia in Calabria potrebbero essere molto più ambiziosi. A partire dalla realizzazione dell’Hub intermodale previsto per la stazione ferroviaria di Crotone che, del resto, è l’unico intervento infrastrutturale previsto per la città pitagorica nel Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza e che, ad oggi, è bloccato ed impigliato in lungaggini e pastoie burocratiche.
Questa visione risolutiva e strategica è certamente uno degli elementi necessari per trasformare le Zes in una concreta opportunità di sviluppo. Ed è per questo motivo che abbiamo salutato con interesse e compiacimento un evento svoltosi nei giorni scorsi.
Il convegno sulla Zes Calabria, organizzato ad Isola Capo Rizzuto dall’amministrazione comunale capitanata dal dinamico ed efficiente sindaco Maria Grazia Vittimberga. Convegno al quale hanno partecipato il presidente del consiglio regionale calabrese, Mancuso, il commissario straordinario della Zes Calabria, Romano, il vicepresidente provinciale di Confindustria, Brutto, e per via telematica il presidente di Sacal, Franchini, oltre ad alcuni amministratori, tra i quali il consigliere delegato della provincia di Crotone, Gareri, e gli assessori del comune di Isola Capo Rizzuto, Fera e Cassano, ed alcuni imprenditori di Isola Capo Rizzuto. Un incontro al quale abbiamo partecipato e che abbiamo trovato stimolante e ricco di spunti. Un’ottima base di partenza che potrebbe ritornare utile per mettere a punto una strategia e una proposta unica e condivisa del nostro territorio provinciale in vista dell’imminente rimodulazione del Piano Strategico della Zes Calabria. Revisione e riorganizzazione che, seppur in corsa d’opera e quasi alla fine del percorso intrapreso dal commissario straordinario della Zes Calabria, a nostro parere, erano e restano necessari ed improcrastinabili.
Noi, per quanto ci riguarda, come al solito, ci dichiariamo disponibili ad offrire il nostro contributo.
Giovanni Lentini
#amicidelportodiCrotone