Un impianto di valorizzazione dell’area SIN di Crotone.
Un’accurata programmazione che definisca tutti gli step propedeutici alla riqualificazione e ad una nuova ed inedita destinazione d’uso dell’ex area industriale pitagorica.
Ogni Amministrazione impegnata nell’attività di rappresentanza rivolge, prioritariamente, le proprie attività di governo ad applicare le linee programmatiche, sottoposte al giudizio degli elettori, e a definire le direttrici di sviluppo del territorio di appartenenza promuovendo,tra gli altri, nuovi strumenti urbanistici in continuità o in discontinuità con le precedenti esperienze amministrative, a seconda del contesto in cui opera.
Nel caso del territorio Crotonese, segnato da un espansione urbanistica approssimativa e caotica, assume vitale importanza la dotazione e l’elaborazione di quegli strumenti necessari a rimarcare una discontinuità con il passato quanto mai necessaria. Una assenza, la dotazione di un nuovo PSC (Piano Strutturale Comunale) che rende vago qualsiasi progetto e limitata la prospettiva futurista di questa Città.A maggior ragione quando, su un territorio, insistono aree industriali dismesse da restituire alle comunità locali.
È da lungo tempo, infatti, che gli oltre 200 ettari occupati fin dal 1925 dalle fabbriche e oggi Sito di Interesse Nazionale (SIN) aspettano di vederne definito utilizzo e futuro.
Prima, però, di articolare la nostra riflessione sulla destinazione di questa area, è bene fare una premessa senza la quale, ogni riflessione, risulta un mero esercizio teorico o poco più.
L’attuale area SIN di Crotone, per la sua estensione e la sua ubicazione, necessità di una accurata programmazione che definisca tutti gli step propedeutici ad una sua riqualificazione e ad una nuova ed inedita destinazione d’uso. Tutto questo è possibile a patto che venga garantita una completa fruibilità di quell’area. Considerazione, quest’ultima, che non può prescindere da una totale bonifica dai rifiuti interrati.
Bonifica che richiede l’individuazione di un area, sul territorio, di scarso interesse e non antropizzata, sulla quale realizzare il sito di stoccaggio dei rifiuti.
Detto ciò, concentriamoci sulla destinazione dell’area SIN.
Apprendiamo dalla stampa locale le intenzioni, dell’attuale Amministrazione, di protendere verso la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra quale contropartita per una messa in sicurezza permanente del sito, con conseguente tombatura dei rifiuti ivi collocati.
Sarebbe questo un epilogo cheinibirebbe le prospettive di sviluppo del capoluogo Pitagorico, trasformando in modo irreversibile, un’area fronte mare, a 2(due) km in linea d’area dal Centro e dallo straordinario potenziale turistico e commerciale, in una distesa (100ettari)”muta e sorda” una enorme lastra nera: un cimitero.
Inoltre, la realizzazione di un impianto fotovoltaico rappresenterebbe l’occupazione di un terreno che, a nostro avviso, meriterebbe diversa destinazione impegnando, tutti gli attori istituzionali e le organizzazioni sociali e datoriale, in un esercizio di ricerca, programmazione e innovazione che valorizzi l’ex area industriale dismessa in volano di sviluppo economico locale, del medio e dell’alto Jonio calabrese.
Da qui la nostra idea di riutilizzo dell’ex sito industriale.
Valorizzazione della vocazione commerciale e industriale del porto attraverso la realizzazione di un’area retroportuale attrezzata, riorganizzando il layout ferroviario per l’implementazione di una piattaforma intermodale porto-aereoporto-ferrovia, e la realizzazione di un Centro dei Servizi per la gestione logistica, scarico e carico, stoccaggio e movimentazione delle merci.
Realizzazione dell’HUB dell’innovazione, ricerca e sviluppo sulle fonti rinnovabili da incentrare sull’idrogeno verde e sulle tecnologie a zero e basse emissioni.
Avviare un confronto con gli Enti universitari per l’implementazione di progetti di ricerca sulla filiera dell’idrogeno verde, valorizzando i benefici di area ZES (Zona economica speciale) per attrarre investimenti che trasformino, l’area di Crotone, in hub di riferimento nel Mediterraneo per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione dell’idrogeno al servizio del settore dei trasporti, della produzione energetica e dei processi industriali.
Infine, realizzare progetti di riqualificazione che permettano, simultaneamente, lo sviluppo economico del territorio e una pacificazione urbana che attende, da tempo, di essere realizzata.
A tal proposito, apprendiamo sempre dalla stampa locale la proposta di riqualificazione della area industriale crotonese elaborata dalla LNGI srl nell figura dell’architetto Vartuli.
Al di là degli approfondimenti che una proposta di questa portata merita, da articolare nelle sedi opportune, non possiamo che essere in accordo con lo spirito propositivo del progetto che ne intercetta la vocazione turistica, commerciale e industriale.
Invitiamo pertanto la rappresentanza politica locale ad accelerare sulla dotazione di un PSC che ponga al centro la riqualificazione dell’area SIN e restituisca alla città uno spazio vitale, naturale estensione lungo la costa di una città di mare, sulla quale insiste una infrastruttura strategica e baricentrica nel Mediterraneo.
Siamo consapevoli che la riqualificazione in ottica di sostenibilità economica e ambientale del tessuto economico locale passa dalla infrastrutturazione del territorio che garantisca la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tutto ciò, a patto che la realizzazione di questi impianti non precluda progetti di riqualificazione ad oggi ancora fermi per mancanza di visione prospettica.
A tal proposito invitiamo a riconsiderare le posizioni preconcette rispetto ad alcuni progetti per la realizzazione di impianti eolici off shore che, senza impattare paesaggisticamente e con attività antropiche, garantirebbero l’energia necessaria per assicurare le ambizioni del territorio.
Rimandiamo ulteriori considerazioni in merito già per altro espresse in passato, a future riflessioni
Alessio Critelli
Giovanni Lentini