Dad o Did, ritorneremo a scuola.
La necessità di rinnovare il sistema scolastico in una nuova visione sanitaria dell’area jonica.
Gli studenti crotonesi, nei giorni scorsi, sono tornati tra i banchi di scuola, ma non accennano a placarsi le polemiche per il rischio contagio in aula.
E nonostante un gruppo di giovani studenti delle scuole superiori avesse richiesto almeno due settimane ulteriori di chiusura delle scuole, il sindaco della Città, pur dopo averli incontrati, ha confermato la sua decisione.
Una chiusura netta e definitiva rispetto alle loro richieste. Una scelta politica, quella del Sindaco che, senza interventi, né previsti né preventivati, per evitare nuovi focolai d’infezione, la dice lunga su un Amministratore che, come sempre e come al solito, preferisce nascondersi dietro decisioni altrui, per non assumerne di proprie. Nel caso di specie quelle di altri suoi colleghi sindaci.
A mio avviso aarebbe stato preferibile rinviare di una o due settimane l’apertura delle scuole, per essere sicuri di non chiuderle più e invece a Crotone, in questo momento, sono state riaperte le scuole nonostante la pandemia stia imperversano, la Calabria e la provincia di Crotone sono più vicine alla zona rossa che a quella bianca, e il numero di alunni e studenti positivi sia in crescita e tutto questo in un territorio provinciale completamente impreparato ad affrontare una simile emergenza, complice non solo la pandemia, ma un disastro sanitario creatosi nel tempo, del quale ancor oggi nessuno vuole prendere atto.
Io credo che quello che non ha voluto fare l’Amministrazione comunale lo farà la pandemia, anche se mi auguro di no, e lo amplierà l’inadeguatezza e la marginalità del nostro sistema sanitario che ci costringerà ad adottare in maniera frettolosa ed affrettata misure inevitabili ancorchè inefficaci.
Ritengo che il nostro primo imperativo categorico sia quello di uscire immediatamente da questa situazione. Permettendo, per prima cosa, che i dati sulla vaccinazione alle scuole siano forniti dall’Azienda Sanitaria Provinciale, in modo che le stesse abbiano accesso alla banca dati vaccinale così come accaduto con la super applicazione che ha consentito, e consente, di verificare la condizione di vaccinazione al mattino prima che i dipendenti entrino a scuola. Una facile e semplice funzione telematica che consentirebbe di dire chi può andare in DAD/DID e chi no.
Non era difficile prevedere che il coronavirus non sarebbe finito e che il vaccino, di per sé strumento necessario e fondamentale per limitare i danni del virus, non sarebbe bastato da solo a scongiurare nuove chiusure.
Per questo mi duole registrare che si è arrivati a questo ennesimo rientro a scuola creando un caos complessivo che non permette al personale scolastico di garantire pienamente il diritto allo studio e ai giovani e alle famiglie di vivere in sicurezza e in tranquillità queste giornate che pongono, e porranno, problematiche particolarmente rilevanti e che metteranno a dura prova la tenuta complessiva del nostro sistema sociale ed economico, ormai collassato.
Ora serve intervenire. Per limitare i danni e scongiurare chiusure generalizzate, garantendo Ffp2 a tutti e facendo in modo che studenti e studentesse possano accedere gratuitamente ai tamponi molecolari e nello stesso tempo costruire un sistema affidabile e sicuro di tracciamento scolastico.
La situazione in cui ci troviamo è conseguenza di un pensiero debole che aveva pensato e pensa che sarebbe stata sufficiente la vaccinazione di massa per i giovani senza, nel contempo, prevedere interventi sugli edifici scolastici e sulla didattica.
Come cittadino mi oppongo, e mi opporrò, alla DAD/DID perché credo sia un modello che non garantisce il diritto allo studio e, soprattutto, provoca diseguaglianze sociali che si protrarranno, inevitabilmente e inesorabilmente, per il prossimo futuro. E questo pur essendo consapevole che la situazione sia difficile e sia destinata, nel breve periodo, ad aggravarsi.
Per questo ho salutato con interesse la disponibilità di due cliniche private, tra le più importanti del crotonese, che hanno dichiarato la loro disponibilità di voler mettere a servizio della collettività parte delle loro strutture sanitarie, e dei loro mezzi, da utilizzare come reparti per creare ulteriori posti letti Covid. Così come ho accolto con favore la disponibilità dell’Azienda Sanitaria Provinciale che nelle prossime settimane , dopo la richiesta del presidente della provincia di Crotone, Sergio Ferrari, effettuerà tamponi molecolari in modalità drive-in su tutto il territorio provinciale.
Sono convinto che tutte le Istituzioni pubbliche e private, in sinergia e in condivisione con il personale scolastico, gli studenti e le famiglie, potranno garantire le condizioni per far ripartire la scuola in tutta sicurezza.
Sarà inevitabile che, con oltre un milione e mezzo di italiani in isolamento ed una variante virale estremamente contagiosa, ci potranno essere difficoltà e problemi organizzativi, come in tutti i settori economici e sociali, ma la scuola rappresenta una priorità ed è necessario andare avanti. Senza tirarsi indietro o, peggio, senza tentennare di fonte alle difficoltà che ci sono e che ci saranno e di fronte alle quali il primo cittadino, in qualità di responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, non può far finta di niente.
Il tempo dell’indifferenza è finito. È iniziato il tempo delle responsabilità, pur nella diversità di vedute e di opinioni che, naturalmente, non possono non essere che quelle supportate dalla scienza e dal mondo scientifico. Finisco questa mia riflessione riportando, a memoria e facendole mie le parole del presidente del Consiglio Draghi: “La scuola è parte essenziale e fondamentale della democrazia, va protetta, va tutelata e non va abbandonata”. Ed, aggiungo io, la scuola va rafforzata. Destinando ad essa maggiori risorse, Per la messa in sicurezza e per la trasformazione tecnologica e digitale di tutti gli edifici scolastici. E prevedendo interventi mirati a rafforzare il, già garantito, diritto allo studio soprattutto per le famiglie più bisognose, Cosi come va protetto, tutelato e rafforzato il nostro sistema sanitario provinciale, ormai collassato e in mano a burocrati e privo di qualsiasi reattività con vittime sacrificali, come già avvenuto per il recente passato, già designati. Gli ammalati, il personale medico e il personale sanitario.
Giovanni Lentini