La volontà di creare la Provincia della Magna Graecia in Calabria
Intervista di Dimitrios Amanatidis a Domenico Mazza per http://kathimerinosmorias.gr
Ci illustri Dott. Mazza, quando e come fu creata l’iniziativa “Comitato per la provincia della Magna Graecia”?
L’idea progettuale ha tre padri fondatori: Matteo Lauria, Antonio Caruso ed il Sottoscritto. Nasce dal desiderio di riequilibrare lo scriteriato dato demografico e territoriale degli attuali ambiti provinciali calabresi, atteso che l’ex Calabria Citra è caratterizzata dalla provincia di Cosenza che si presenta come un gigantesco elefante di oltre 700mila abitanti, mentre la provincia di Crotone rappresenta un piccolo fazzoletto di terra di appena 170mila abitanti. Negli ultimi 50 anni il centralismo ha dettato le sorti delle politiche attuate in Calabria e chi ha beneficiato degli incentivi di gettito statale sono stati, semplicemente, i Capoluoghi storici (CZ-CS-RC). L’area Jonica, Sibarita e Crotoniate, ha vissuto e continua a vivere come costola periferica nei contesti d’Area Vasta del nord e del centro Calabria, ragion per cui ogni possibilità di sviluppo dell’Area risulta assolutamente impossibile allo stato attuale.
Qual e’ lo scopo di questo Comitato?
Creare una nuova provincia a saldo zero per lo Stato. Il Comitato infatti non richiede la nascita di un nuovo Ente in aggiunta ai 107 già esistenti in Italia, ma, semplicemente, la rifunzionalizzazione degli attuali ambiti in maniera equa e proba. La nuova Provincia nascerebbe dalle ceneri della Provincia di Crotone che in fase statutaria cambierebbe la sua denominazione (ndr MAGNA GRAECIA) ed il suo perimetro territoriale prevedendo 2 Capoluogo: Crotone a sud, Corigliano Rossano a nord. Il nuovo Ente disporebbe quindi di 68 municipalità accomunate da un percorso storico-culturale affine e da una vocazione territoriale in ambito turistico ed agricolo derivante appunto dalla omogeneità dei territori Crotoniati e Sibariti, ad oggi, innaturalmente inquadrati in contesti vallivi a loro avulsi.
Perche’ avete scelto il nome della Magna Graecia?
L’area identificata come ambito della nuova Provincia è il cosiddetto Arco Jonico, ovvero quel territorio che dal Lacinio lambisce la Lucania, passando per i territori Silani e Federiciani, direttamente afferenti ai contesti urbani di Crotone e Corigliano Rossano. Territori un tempo appartenenti alle circoscrizioni geografiche delle antiche città stato di Kroton e Sybaris, le principali colonie Achee geograficamente più prossime alle Grecia. È innegabile che l’area della Magna Graecia sia quel territorio oggi identificabile con buona parte del Sud Italia, parimenti a come è altrettanto vero che l’area compresa tra Crotone e Sibari sia quella più vicina alla Grecia, da questo appunto il nome. Quali opere infrastrutturali mancano per connettere funzionalmente l’area di Sibari e quella di Crotone? Le politiche centraliste purtoppo hanno disegnato logiche avverse al territorio jonico. I principali Asset ferro – stradali, giunti a Sibari sono stati innaturalmente deviati verso la dorsale vallivo – tirrenica generando la “morte economica” di quanto posto a sud di Sibari, quindi, principalmente, i contesti urbani di Corigliano Rossano e Crotone. Ricongiungere con moderne infrastrutture la vera e propria spina dorsale della nuova area Magnograeca significherà collegare i due designati Capoluogo con una strada europea di categoria B, elettrificazione della linea ferrata e connessione degli Hub già presenti sul territorio, ovvero i due porti, il nodo ferroviario di Sibari e l’aeroporto Sant’Anna.
Che cosa sta succedendo negli ultimi anni al Meridione italiano? Vi sentite non apprezzati dallo Stato Centrale?
Il Mezzogiorno sconta un ritardo atavico rispetto al nord del Paese. Ad aggravare la condizione dell’Arco Jonico Magnograeco, rispetto al resto della Regione, è un rapporto iniquo e non equivalente rispetto alla dorsale Tirrenica. Si può tranquillamente considerare lo Jonio come il sud nel sud, essendo stato totalmente privato di qualsiasi tipo di servizio a causa delle politiche accentratrici che hanno mirato a sviluppare solo l’Area di Ponente della regione Calabria. Intanto vorremmo riequilibrare i rapporti di forza relativamente alle aree territoriali della regione Calabria, perché siamo assolutamente convinti che se crescerà l’Arco Jonico Magnograeco, i benefici si riverbereranno su tutto il resto della Regione.
State cooperando con le popolazioni e le istituzioni greche?
Non ancora! Tuttavia mi corre l’obbligo di ricordare che dalla terra Ellenica sono giunti attestati di stima e solidarietà dall’amministrazione comunale di Sparta che ha salutato la nascita del Comitato come un’operazione di elevata caratura e di rilancio culturale del brand Magna Graecia.
Avete qualcosa da chiedere dallo Stato Greco?
Si potrebbe pensare ad una pianificazione di rotte turistiche tra le portualità di Crotone e Corigliano-Rossano (i due principali porti dello Jonio calabrese) e le principali portualità del territorio greco a partire da Igoumenitsa, coinvolgendo anche tutte le altre realtà rivierasche direttamente afferenti il Golfo di Taranto, ricadenti nei territori pugliesi e lucani, dando vita ad una vera e propria “baia della Magna Graecia”, collegandolo, appunto, con la stessa Grecia. L’operazione potrebbe avere dei risvolti, in campo turistico-ricettivo veramente molto interessanti. In questo modo si uscirebbe anche dall’atavico isolamento e si rilancerebbe l’area come il naturale baricentro del Mediterraneo e porta d’accesso ai flussi Adriatici e dei Paesi dell’est Europa.
Come ha risposto il territorio alla vostra proposta?
Siamo nati nell’agosto del 2019. In meno di 2 anni la nostra azione social è seguita costantemente da circa 50mila persone. È importante capire che ci rivolgiamo ad un ambito di poco superiore ai 400mila abitanti, pertanto possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti. Ad oggi, nella società civile, sono state poche le voci dissonanti verso l’idea progettuale, anzi riceviamo giornalmente attestati di stima e incitamento a continuare nella nostra azione di sensibilizzazione riguardo l’ambizioso progetto. Siamo assolutamente convinti che solo una rivoluzione nel campo culturale e nell’approccio alla “realtà effettuale” potrà portare l’Arco Jonico, Sibarita e Crotoniate, alla consapevolezza di non poter procrastinare un cambiamento di natura socio-politica che sovverta il latente “status quo” che l’area vive.