Intermodalità ferro-aero-stradale Sibaritide-Sant’Anna: serve uno starter

Intermodalità ferro-aero-stradale Sibaritide-Sant’Anna: serve uno starter

Necessario innescare una rivoluzione nei sistema dei trasporti delI’Arco Jonico

Portare l’utenza della Sibaritide all’aeroporto Sant’Anna significherebbe cambiare il paradigma dei trasporti lungo l’area del nord est calabrese. Come Comitato Magna Graecia lo sosteniamo da anni. Personalmente, non ho mai avuto dubbi sul fatto che il naturale Hub di riferimento volativo della Sibaritide fosse lo scalo crotonese. Lo dicono i numeri, lo raccomanda Enac. L’Ente nazionale per l’aviazione civile, infatti, prescrive come necessario alla sussistenza di uno scalo aereo un bacino di almeno 400mila abitanti. E non c’è dubbio alcuno che la Sibaritide e il Crotonese possano trarre vicendevoli benefici dall’avvicinamento di tutta la fascia dell’estremo levante calabrese allo scalo aeroportuale. 

L’idea, oggi riproposta dalla testata ecodellojonio.it, di predisporre la riapertura della dismessa stazione di Isola C.R., potrebbe rappresentare lo starter di una nuova prospettiva per il sistema trasportistico e per dare impulso ad un embrione d’intermodalità lungo la direttrice dell’Arco Jonico. D’altronde, qualunque bacino d’utenza aeroportuale può definirsi coerentemente europeo quando funzionalmente è connesso entro i 60/75 minuti ad un scalo aereo di riferimento. 

Certo, i limiti lungo la jonica ci sono e sono tanti. Gli ultimi 50 anni, trascorsi sotto un deviato sistema centralista, hanno relegato l’area in questione ad essere una landa periferica e desolata. Ad oggi, la lingua di ferro che solca le arie rivierasche della Calabria del nord-est non è ancora elettrificata. Le famose 5 alternative di rettifica del tracciato a sud di Crotone per bypassare la galleria di Cutro, proposte allo scadere del mandato del Governo giallo-rosso, restano ancora lettera morta. La precarietà del binario a ridosso dell’abitato di Torre Melissa presenta diversi deficit che impediscono ai treni di poter incedere a velocità sostenuta. Tuttavia, fermo restando le indicate minorazioni strutturali, anche con piccolissimi investimenti si potrebbe innescare una rivoluzione. Magari silenziosa, ma comunque efficiente ed efficace. 

Basterebbe partire dalla rifunzionalizzazione e rimessa in esercizio della ex stazione di Isola C.R. per immaginare, almeno fino a quando le richiamate rettifiche progettuali non si tradurranno in progettualità concrete e operative, ad un originale e innovativo sistema treno—shuttle bus—aereo. Si potrebbe pensare all’utilizzo dei treni trimodali blues, largamente promozionati dalla regione Calabria, per connettere gli scali ferroviari principali a sud di Sibari con Isola di Capo Rizzuto, in un tempo che si aggirerebbe intorno ai 60′. Il tutto, naturalmente, in corrispondenza delle attività volative da e per Sant’Anna. 

Già oggi, il treno regionale che congiunge Crotone con Sibari, in coincidenza con arrivo e partenza del frecciarossa Sibari-Bz, percorre la tratta nel tempo su indicato. Potrebbe, altresì, essere predisposto un servizio check-in direttamente nella riconvertita stazione di Isola C.R. e con uno shuttle-bus imbarcare i passeggeri accompagnadoli direttamente sulla pista del Sant’Anna. D’altronde, sarebbero solo 5km tragitto ed una manciata di minuti il tempo di percorrenza. 

Oltretutto, di recente, Trenitalia ha promosso l’azione rigenerativa denominata “Stazioni per il territorio“. Con questo progetto, il colosso delle comunicazioni ferroviarie italiano si propone di rivitalizzare gli scali ferroviari nei Comuni inferiori a 15mila abitanti, rigenerando le stazioni e rendendole Hub di servizi. Considerato che la dismessa stazione di Isola C.R. è ubicata nel comune di Cutro, si potrebbe approfittare dell’opportunità, data la sussistenza dei prescritti requisiti demografici, per rientrare nel progetto.

È chiaro che l’obiettivo principale da perseguire dovrebbe essere quello di traslare la linea a sud di Crotone verso est, in modo da bypassare agevolmente il problema della galleria di Cutro e, contestualmente, avvicinare la ferrovia allo scalo aeroportuale. Tuttavia, abbozzare già una soluzione immediata e sostanzialmente a bassissimo impatto economico potrebbe rappresentare il primo passo verso la costituzione di un più funzionale sistema metropolitano di superficie tra ambiti ad interesse comune.

Ovviamente, un’idea di questa portata per essere concretizzata andrebbe suffragata e sostenuta da tutti le Istituzioni del territorio. A partire dai Primi Cittadini di Cassano, Corigliano-Rossano, Mirto, Cariati, Cirò Marina, Crotone; e perché no, anche dai Sindaci dei Comuni a nord di Sibari. Dovrebbe, altresì, vedere un lavoro proficuo delle due Amministrazioni provinciali coinvolte e della regione Calabria. 

Aumentare la potenziale utenza del Pitagora rappresenterebbe uno straordinario vantaggio, in termini di mobilità, per tutto l’ambito dell’Arco Jonico. Vieppiù, potrebbe accrescere l’attività volativa attualmente presente sul Sant’Anna e, simultaneamente, concorrere a fornire una revisione al ribasso delle attuali tariffe economiche. Va da sé, del resto, che la garanzia di maggiore utenza porterebbe ad un sostanziale calo del costo di trasporto aereo.

C’è bisogno di volontà….. C’è bisogno, anzitutto, di credere che il paradigma di un territorio si possa stravolgere se solo si è disposti a pianificare azioni mai messe in campo prima. Peraltro, non è certo un mistero che diverse tipologie di trasporto pubblico abbiano già assimilato l’utenza crotonese e quella sibarita. La maggior parte dei trasporti su gomma a lunga percorrenza, infatti, ha come capolinea Crotone e, prima di proseguire verso le Località del nord, effettua fermate ovunque fino a Sibari. 

Le aziende private hanno compreso che il bacino d’utenza è unico. Il dramma è che, ad oggi, l’ha capito l’imprenditoria, ma ancora annaspa a comprenderlo la politica. 

Domenico Mazza 

Redazione Comitato MagnaGraecia