Il battibecco tra Salvini e Occhiuto sull’autonomia differenziata. Critelli (CMG): “Un dialogo che merita accurate riflessioni”
Un’analisi delle differenze tra le culture liberalpopolare e separatista
Le battute a distanza fra Salvini e Occhiuto, sull’autonomia differenziata, meritano una riflessione che non ho problemi a contenere nella rigorosità oggettiva e fattuale che il tema impone.
Senza dubbi il confronto è fra due dirigenti politici di livello nazionale.
Salvini segretario della Lega; Occhiuto già Presidente del gruppo parlamentare di FI ed oggi Vice segretario.
Non si può sottacere che Salvini ha ereditato, a suo tempo, la Lega al 7% e in breve l’ha condotta al 35%.
Saltiamo il Governo-monstre con il M5S dove abbiamo conosciuto un Salvini di lotta e di Governo pronto a spostare il suo angolo visuale verso est e più propriamente verso quella Mosca ritenuta più amica di Parigi o di Berlino piuttosto che di Bruxelles.
Saltando all’oggi, e alle ultime Europee, vediamo allinearsi, percentualmente, i Populisti progressisti e quelli Nazionalisti ad una parte, FI, della grande area dei PopolariLiberaliRiformisti Italiani.
Occhiuto ha compiuto una scelta di servizio alla sua Regione nel 2021, neppure scontata nel suo esito elettorale, rinunciando, con generosa certezza, ad un ruolo nazionale e di governo successivo alle politiche del 2022.
Salvini ha mostrato tratti di umoralità politica e istituzionale che non ne fanno un modello di leadership, lucida e affidabile, a cui ispirarsi.
Non che prima del Papeete godesse di giudizi di possibile Statista ma, tuttavia, di leader politico sì, sul quale, però, il tempo, galantuomo, ne ha contestualizzato “le Stelle e il loro contrario”, nello spazio di una canicola mattutina.
Provo a sintetizzare i percorsi individuali degli ultimi 6/7 anni di Salvini e Occhiuto per poter leggere in filigrana il divario siderale che esiste fra due leader politici che oggi si equivalgono nel voto Europeo e che, nelle rispettive Regioni di provenienza, la Lombardia e la Calabria, il consenso al proprio partito è doppio rispetto al dato nazionale.
Tra l’altro, entrambi sono alleati a tutti i livelli, tranne che sul versante Europeo laddove il PPE, Forza di riferimento di Occhiuto, conserva la centralità ed il suo fondamento per rendere sempre più concreta una prospettiva di coesione politica e di visione Europeista e Federalista.
E nella fattispecie cominciano ad evidenziarsi le differenze di cultura politica e di orizzonte progettuale, oggettivamente limitati per Salvini ,e, di converso, una prateria per Occhiuto.
L’atteggiamento tenuto dal Governatore Calabrese, rispetto all’Autonomia differenziata, è stato da leader nazionale che non si chiude nell’angustia del proprio perimetro territoriale ma guarda a ciò che può essere utile al sistema Paese, nel quale ciascuna Regione deve trovare concreto assolvimento alla crescita omogenea e al futuro delle rispettive comunità.
Soprattutto quando vi è da recuperare decenni di ritardi in tutte le direttrici di sviluppo di cui si sono rese responsabili tutte le coalizioni sin qui alternatesi, compresi gli ultimi Governi dei Populisti Nazionalisti.
Quindi la chiave di lettura sta’ tutta nel riferimento che Occhiuto fa’ paragonando le diversità fra Nord e Sud alla differenza che esiste fra una Ferrari e una Panda vecchio tipo.
Aver posto delle precondizioni, nel dibattito nazionale e di Governo, non è stata una bizzarria di Occhiuto ma il corretto esercizio del mandato popolare che egli ha ricevuto nel 2021 dai Calabresi.
Chi invece ha manifestato la propria inattendibilità, eufemismo dialogico per non dire peggio, rispetto ad una visione generale, è stato proprio Salvini, in quanto leader nazionale (fintamente) della Lega e alleato di FI di cui Occhiuto è uno dei referenti più autorevoli ed accreditati.
Se un alleato è pronto al dialogo, nonostante una opposizione a prescindere in Parlamento e in Consiglio Regionale, per una riforma così impattante per il sistema Paese e di cui la Lega è ispiratrice, il minimo deve essere una risposta rigorosa che tenga in conto le proposte dell’alleato.
Invece la Lega ha risfoderato tutta la sua ambiguità, (quando si parla di riequilibrio dei LEP piuttosto che dei LEA o di fondo di perequazione) potendo contare questa volta, più delle altre, su corifei territoriali oltre che sul campione di “supercazzole” legislative come Calderoli del quale non citerò né il “porcellum” e nemmeno il federalismo fiscale.
È certo che la differenza fra Occhiuto e Salvini è macroscopica, così come è certo che Occhiuto non sarà disponibile a camarille a ribasso perché né và della sua credibilità ma soprattutto della prospettiva della sua gente.
Ma Occhiuto non può arretrare, non solo per le questioni già poste ma anche perché con lucida visione ha saputo guardare anche al mediterraneo e dialogare con i Paesi e le Regioni che vi si affacciano e che oggi lo investono della Presidenza della Commissione Intermediterranea della Conferenza Regioni periferiche e Marittime.
Un intreccio meditato e orientato a favorire le strategie della Commissione Europea e del Governo Nazionale in ordine al “piano Mattei”.
E questa è un’altra differenza non di poco fra Salvini e Occhiuto, giacché la cultura liberalpopolare del Presidente non chiude porti e non alza muri e, soprattutto, si trova a suo agio a Roma come a Bruxelles.
Per nulla, anzi affatto, a Mosca.
Mimmo Critelli