Maturità e consapevolezza adeguate per l’anno che è appena arrivato e per gli anni che presto arriveranno
Per Crotone non basta come unica destinazione quella turistica
Negli ultimi giorni per la città di Crotone, complice anche il clima di euforia e d’entusiasmo, generale e generalizzato, indisturbati e osannati si sono aggirati e, per le prossime ore e per i prossimi giorni, continueranno ad aggirarsi, degli spettri fastidiosi e infastidenti. I soliti magliari e i soliti giocatori delle tre carte, quelli per intenderci che vorrebbero seguire le orme del mitico e inimitabile Muciolino da Crotone, erede del grande Miscello da Ripe. Mentitori che mentono sapendo di mentire. E che mentono perché questo è nella loro natura. Nel loro Dna. Ripeto a questi pifferai, più meno magici, certamente e sicuramente furbi e scaltri, che Crotone è strutturalmente inadatta per costruire il proprio futuro sul turismo, atteso che per le cose che sono avvenute, in campo urbanistico e, soprattutto, per la disastrosa e, per alcuni aspetti, fatale dismissione industriale, non può essere una pietra rara e preziosa dello Jonio, almeno nel settore turistico. Crotone, è bene ricordarlo a questi smemorati, più che essere una pietra rara e preziosa, può giocare un ruolo rilevante in altri campi e in altri settori strategici.
Crotone può ritornare ad essere un centro industriale, innovativo e sostenibile, funzionale alla transizione ecologica e digitale, come lo è stato per tanti anni, quando divenne uno dei centri urbani più importanti e più ragguardevoli non solo dello Jonio ma della Calabria e del Sud. Anni in cui Crotone è stata una città produttiva che sul lavoro, e sulla cultura e sulla dignità del lavoro, aveva costruito il proprio futuro. Un futuro che, seppur volutamente nascosto e negato, su cui può continuare a puntare. Ricordo, a quanti avessero il prosciutto sugli occhi, che si è arrivati sino al punto di distruggere non solo la memoria ma anche i manufatti , presenti nelle ex aree industriali, alcuni di pregevolissimo valore architettonico. Sì è fatta piazza pulita di quello che poteva essere considerato, a giusta ragione, uno dei più imponenti siti d’archeologia industriale d’Italia che ben si sarebbe potuto coniugare con gli scavi archeologici dell’area Nord dell’antica città magno greca previsti in Antica Kroton, e precisamente nell’area di fronte le ex aree industriali. Nonostante tutto, nonostante tante scelleratezze e superficialità, si può continuare a pensare di costruire un futuro credibile e realizzabile. Lo stesso che aveva permesso e, seppur marginalmente, continua a permettere a migliaia di famiglie crotonesi e, non dimentichiamolo mai, calabresi, di vivere con serenità e con (relativa) agiatezza. Oltre settant’anni di storia industriale che avevano permesso alla città e al suo territorio di replicare, anche se diversamente rispetto al passato, la sua storia trimillenaria. Una storia unica, del resto, in tutta la Magna Grecia. Oggi Crotone può ritornare ad essere la città dell’innovazione e della trasformazione manifatturiera. E può aspirare ad essere la porta del Mare Mediterraneo. Chi osa dire il contrario è un falso e un bugiardo patentato.
Crotone, per ritornare al centro delle mie riflessioni, può diventare, ne ha tutte le caratteristiche, una città al servizio del turismo. A servizio di due perle dello Jonio che, per quanto ci riguarda, sono Isola Capo Rizzuto e Cirò Marina.
Sotto quest’aspetto è bene ricordare a tutti che Crotone e i crotonesi, le nuove generazioni, i giovani di cui sento parlare a vanvera e senza avere contezza delle loro complesse e complicate problematiche, non possono aspettare i tempi di quanti chiacchierano a briglie sciolte e hanno perennemente la pancia piena e perpetuamente la testa vuota, aiutati in questo da tanti che inconsapevolmente ripetono il mainstream dominante. Quello per intenderci che individua Crotone come una città che avrebbe, secondo questi raccontatori simili a venditori di fumo e di almanacchi e di palloncini colorati, bellezze naturali uniche al mondo, come se il mondo a nord e a sud a est e a ovest iniziasse e finisse con Crotone. Crotone è certamente unica, per me lo è, ma lo è per me, e per noi crotonesi, che l’amiamo come si amano le persone più care, indipendentemente da tutto e da tutti, anche delle classifiche che ci pongono, ormai da più anni, all’ultimo posto in quanto a qualità della vita. Classifiche che sono vere e non sono artefatte, come pensano in molti.
Di questo, e di tant’altro, ne parleremo meglio e di più nelle prossime ore e nei prossimi giorni “mo ha da passà ‘a nuttata”. Per non ingenerare equivoci e fraintendimenti, che potrebbero dare il là a qualche “anima bella”, sempre in agguato, di dire qualche e più di una sciocchezz(uol)a, mi piace rimarcare che al sottoscritto, anche se non sono i tipi di eventi e di spettacoli che prediligo, la serata Rai è piaciuta ed è piaciuta molto anche per il clima di serenità e di gioia che, seppur per poche ore, ha donato ai crotonesi e ai tanti ospiti venuti dal resto della Calabria, qualcuno anche da fuori regione.
Proprio in forza di questi momenti di magia, vissuti quasi in maniera misteriosa, mi permetto di chiedere al presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, sapendo che (probabilmente) nulla potranno le mie parole, che, per il 2024 il secondo appuntamento dell’Anno che verrà, previsto come per contratto stipulato tra la regione Calabria e la Rai, si possa svolgere e realizzare a Crotone. La città ha dimostrato di essere all’altezza del compito che le era stato assegnato: rappresentare la Calabria migliore. La Calabria meravigliosa. La Calabria straordinaria. Credo che Crotone e i crotonesi abbiano ampiamente superato la prova e, aggiungo io, l’abbiano superata al di là di ogni più rosea previsione e aspettativa. Oggi, e per sempre, Crotone e i crotonesi sono la Calabria e i calabresi. Oggi, e per sempre, la Calabria e i calabresi sono Crotone e i crotonesi.
Giovanni Lentini