Crotone:tra identità e paesaggio
Se le questioni fondamentali sono più o meno universali, il modo di dar loro risposta può essere solo individuale e locale
Dopo anni e anni, alla fine, ti accorgi che ritorni sempre sugli stessi argomenti, ormai come déjà-vu intermittenti che non danno tregua. Sono stati i miei pensieri di una volta e lo sono ancora, indissolubilmente, quelli che hanno caratterizzato gran parte della mia esistenza. Natura e Cultura. Su questi temi ricordo che la provincia di Crotone costruii un “Progetto Integrato di Sviluppo Locale”, con un partenariato pubblico privato composto da oltre 100 istituzioni, dal titolo evocativo: “Padre Cultura. Madre Natura. La provincia di Crotone tra bellezze e tradizioni”.
Se avessimo compreso insieme l’importanza di due fattori primari costitutivi l’identità di questi “luoghi di natura e cultura”, quelli del mare e della terra e quelli dell’archeologia e del latifondo e dell’industria , poeticamente compresenti nelle nostre terre antiche, sono certo che avremmo saputo intervenire a difenderli, prima che subissero la depauperazione nel passato e quella criminale, del presente: tuttora in corso. Voglio, però, qui dirlo chiaramente: “La più grande rapina di quanti agiscono un incontrollato potere decisionale, a proprio esclusivo vantaggio, è proprio quella che riguarda la destinazione d’uso del territorio dove la relazione tra la società civile e la politica è diventata una relazione di scambio, invece che una relazione di rappresentanza, con scelte operate in base a criteri meritocratici, secondo le reali competenze degli aspiranti tecnici e assessori”. E ancora “accade questo nella sistematica e criminale svendita di legalità che si consuma a spese della cosa di tutti, nella millenaria acquiescenza di un popolo cui è stato garantito il paradiso in cambio della sua sottomissione ai detentori del potere, senza distinzione di parti, chierico o laico che sia, ma da sempre uniti all’insegna dei vantaggi temporali del potere”.
Per quanto è ancora possibile salvaguardare, il nostro compito è quello di onorare la bellezza (sparita) e la ricchezza (perduta) del nostro territorio. L’antica città magno greca e l’antico Marchesato e l’antica città industriale che comprende tutta la storia trimillenaria di questo territorio. Strutture abitative, monumentali e industriali, che nelle secolari generazioni successive abbiamo smantellato per predarne i materiali o lasciato andare in rovina o abbattuti in nome della modernità, senza capire il valore della loro perdita, della lenta necrologia che arrecavamo all’intera umanità.
Dovevamo cedere lo spessore identitario di questa nostra umanità folle e dolente che sa progettare di andare a vivere in altre galassie ma che è incapace di badare a sè stessa qui, in questa, in cui trascorre i suoi giorni con l’aggravante di non poter più garantire nemmeno la sopravvivenza delle propria specie.
Giovanni Lentini