Oltre l’orizzonte della miopia politica: un grido d’indignazione per Taranto, Crotone e Corigliano-Rossano
Guardando oltre l’orizzonte sfumato della miopia politica, emerge una triste realtà che affligge tre affascinanti città costiere dell’Arco Jonico.
Taranto, Crotone, Corigliano-Rossano, comunità legate da un unico specchio di mare, sono state trascurate e tradite da coloro che avrebbero dovuto proteggerle e preservarne il patrimonio naturale e umano. L’insediamento sconsiderato di complessi industriali pesanti ha gettato un’ombra inquietante sul destino di queste città, e la mancanza di responsabilità politica è una macchia indelebile sulla coscienza dello Stato.
Taranto, famosa per la sua storia millenaria e la sua bellezza, è stata profondamente segnata dall’insediamento dell’Ilva, un mostro industriale che ha scaricato nell’aria e nelle acque sostanze nocive, minando la salute dei cittadini e arrecando danni irreparabili all’ecosistema marino. Crotone, con il suo passato ricco e la sua posizione strategica, ha subito il flagello del Pertusola, una minaccia tossica che continua a mietere vite umane senza suscitare una risposta adeguata dalle istituzioni. Corigliano-Rossano, anch’essa bagnata dalle acque dello stesso mare, è stata vittima dell’indifferenza statale con l’insediamento della centrale Enel, un segno tangibile della disattenzione verso la salute dei suoi cittadini.
È sconvolgente constatare che le classi politiche delle tre regioni coinvolte, Calabria, Basilicata e Puglia, non siano riuscite a formare un fronte unito per difendere i diritti delle loro comunità. Mentre queste città soffrono e lottano per sopravvivere sotto il peso delle industrie inquinate, la politica sembra rassegnarsi a una visione ristretta, incapace di agire in modo collettivo per affrontare il problema. Questo immobilismo è un tradimento verso i cittadini, un’abdicazione delle responsabilità verso la tutela della vita e dell’ambiente.
Non possiamo ignorare le prove schiaccianti degli impatti devastanti di queste attività industriali. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha evidenziato un allarmante aumento dei tassi di mortalità tra coloro che hanno avuto a che fare con l’ex Pertusola, sollevando preoccupazioni sulla presenza di metalli pesanti e composti tossici nell’ambiente. L’ingegnere Francesco Fabiano ha denunciato il rischio di malattie croniche legate all’esposizione a queste sostanze, portando alla luce una verità scomoda che richiede una risposta decisa e tempestiva.
La mancanza di un dialogo costruttivo e collaborativo tra le regioni coinvolte è un atto di negligenza imperdonabile. Le città di Taranto, Crotone e Corigliano-Rossano sono costrette a lottare separatamente, con risorse limitate e voci disperse. Questa frammentazione indebolisce il potere contrattuale nei confronti di uno Stato che sembra aver abbandonato completamente il proprio dovere di protezione e rappresentanza.
E cosa dire dello Stato stesso? L’inerzia e l’indifferenza dimostrate dal governo centrale nei confronti di queste tragedie ambientali e umane sono inaccettabili. Mentre il mondo si confronta con la pandemia e le sue conseguenze, lo Stato sembra ignorare le crescenti patologie tumorali e gli impatti a lungo termine dell’inquinamento industriale. È come se le voci dei malati e dei defunti non fossero abbastanza forti da rompere il muro di indifferenza che circonda il potere.
La piccola visione politica che ha permesso a queste tragedie di verificarsi è un’offesa alla memoria delle vittime e alla dignità delle comunità colpite. È ora di alzare la voce, di chiedere responsabilità, di mettere fine a questo ciclo di abbandono e disinteresse. Calabria, Basilicata e Puglia devono unire le forze, devono superare le divisioni e formare un fronte comune per difendere i diritti delle loro popolazioni.
La politica non può permettersi di rimanere nell’ombra, di eludere le proprie responsabilità e di cedere al potere delle lobby industriali. È il momento di agire con coraggio e integrità, di mettere la salute e il benessere delle persone al di sopra di tutto. È tempo di smettere di considerare le vite umane come meri numeri e statistiche (in alcuni casi persino sottaciute), ma di riconoscere il loro valore intrinseco e di prendere le misure necessarie per garantirne la protezione.
Il futuro di Taranto, Crotone e Corigliano-Rossano è ancora incerto, ma la speranza brilla attraverso le crepe della disperazione. È un futuro che può essere plasmato solo attraverso un impegno collettivo e un’azione decisa. Le voci di queste città devono essere ascoltate, i loro diritti devono essere difesi e la loro dignità deve essere restaurata.
È ora di alzarsi, di rompere le catene dell’indifferenza e di guardare al di là dell’orizzonte. È ora di agire, di cambiare il corso della storia e di creare un futuro migliore per Taranto, Crotone, Corigliano-Rossano e per tutte le comunità che lottano contro l’oppressione e la negligenza. Solo attraverso l’unità e la determinazione possiamo sperare di trasformare questa triste realtà in un racconto di speranza e rinascita.
Matteo Lauria