In merito agli accordi Eni/Comune di Crotone
È ormai palese che i proclami di tutela del territorio non trovino, in fase di programmazione e governo della città, una coerente e rigorosa applicazione.
L’accordo stipulato dal Comune di Crotone con la società ENI per il raddoppio dei pozzi di estrazione del gas metano, con relativo aumento dei metri cubi estratti, evidenzia le incongruenze, in tema di politiche ambientali e transizione energetica, della amministrazione Voce.
È ormai palese ai più che i proclami di tutela del territorio, pronunciati in campagna elettorale, non abbiano trovato, in fase di programmazione e governo della città, una coerente e rigorosa applicazione.
Questa amministrazione si è trasformata, ambiguamente, in ciò che ha sempre criticato e demonizzato, anche con toni sprezzanti, che poco si conciliano con una cultura del confronto civile, soprattutto quando sono in gioco gli interessi della comunità piuttosto che quelli personali e della propria parte politica.I 17 milioni di euro, in 5 anni, rappresentano una “prebenda” di gran lunga a risparmio, per ENI, tenuto conto che le Royalties della precedente convenzione ammontavano a 17 mln l’anno oltre al gas devettoriato per le attività produttive (GRESS 2000). Inoltre, si continua ad eludere il tema del dissesto idrogeologico e l’erosione costiera per le quali, a suo tempo, si è reagito all’ipotesi delle ispezioni tramite tecnica airgun.Eppure, in questi due anni di governo, abbiamo assistito ad una opposizione ideologica ad altre proposte per la realizzazione di progetti inediti, meno impattanti e, soprattutto, contestualizzati in una visione innovativa e di prospettiva, funzionali allo sviluppo del tessuto economico e produttivo.
Un ostruzionismo contraddittorio e confuso rispetto a quanto, il Sindaco, con la riapertura dei pozzi di estrazione a 3 km dalla costa, ha avvallato nel totale silenzio delle rappresentanze cittadine.
Verrebbe da chiedersi che cosa possa spingere il Sindaco, ed il suo seguito, con ampia connivenza dell’opposizione, a rifiutare, senza contraddittorio, la realizzazione di parchi eolici off shore a oltre 50 km dalla costa e funzionali, in sinergia con le grandi aziende del settore, tra le quali ENI e non solo, allo sviluppo di progetti innovativi e pioneristici per la transizione energetica.
E ancora, il diniego alla realizzazione di un impianto di stoccaggio del GNL, senza rigassificatore, funzionale alla rivitalizzazione del porto nella sua vocazione tanto croceristica quanto commerciale e industriale.
La risposta è semplice.
Laddove governa l’approssimazione e il pressappochismo, il deprezzamento del territorio è l’unica e naturale conseguenza.E anche i 17 milioni di euro che ENI verserà nelle casse del Comune nei prossimi5 anni, permetteranno la realizzazione di opere che non lasceranno effetti duraturi sulla economia locale.Briciole se rapportate a quanto, invece, in un confronto paritetico con ENI, e con l’adeguato coinvolgimento di enti, Regione in testa, ed esperti nel settore, si potrebbe realizzare sul nostro territorio.
Ci riferiamo alla definizione di un programma di interventi strutturali che vivacizzino e diversifichino il tessuto produttivo, facendo di Crotone e della sua provincia, un innovativo hub di ricerca e sviluppo per la produzione di energia rinnovabile.
È notizia di pochi giorni fa la nascita, nell’universo ENI, della società ENI Sustainable Mobility, una newco del “Cane a sei zampe” in cui convergeranno tutte le attività legate al comparto della mobilità green, tra cui la fornitura di biocombustibili e idrogeno per la transizione verso una mobilità decarbonizzata.
Perché non proporre ad ENI la realizzazione, a Crotone, di una sede operativa della nascente società, realizzando in loco tutte le tecnologie per lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno verde e un centro di ricerca per l’implementazione di nuove strategie per la decarbonizzazione del settore dei trasporti ?
Sarebbe questa la strada giusta per costruire, in chiave collaborativa, una sinergia con ENI, in antitesi con il passato tanto criticato dall’attuale Sindaco.
Perseverare nella richiesta di finanziamenti in cambio di interventi invasivi è banale ed evidenzia l’assenza di progettualità.
Il più grande regalo che ENI possa fare a questo territorio è il suo know how, l’esperienza maturata nel settore energetico e i progetti innovativi che si appresta a realizzare in altre realtà del Paese.
E invece, il regalo peggiore potrebbe essere proprio questa città a farlo ad ENI, accettando una messa in sicurezza dell’area industriale e, addirittura, la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 100 ettari e ponendo fine a qualsiasi ambizione di sviluppo del porto cittadino e alla “pacificazione” urbana con i quartieri a nord della città.
Sarebbe questo il peggior epilogo di una esperienza amministrativa disastrosa, iniziato poco più di due anni fa e con il consenso, ignaro, dei cittadini Crotonesi
Alessio Critelli
Giovanni Lentini