Da area vasta della Magna Grecia a Riva Sud d’Europa.
Nuove perimetrazioni delle ZES e rinnovate proposte progettuali dei CIS per aree ad interesse comune.
In queste ultime settimane due eventi hanno caratterizzato l’agenda politica della Calabria. Per primo la conferenza stampa del sottosegretario Danila Nesci nella presentazione delle graduatorie del CIS “Svelare Bellezza”. Quindi le dimissioni del Commissario della Zes Calabria Federico D’Andrea immediatamente sostituito dal Ministro per il Sud, in accordo con il presidente della regione Calabria, con l’interim a Giosy Romano, commissario della Zes Campania.
Due fatti all’apparenza slegati e che invece, per le cose che scriverò, sono strettamente collegati. Cercherò, nei limiti delle mie capacità, di dare conto della mia affermazione.
Per quanto riguarda il Contratto Istituzionale di Sviluppo siamo stati l’unica regione italiana ad avere uno strumento di programmazione negoziata a valenza regionale e non invece, com’era giusto che fosse, territoriale. Circostanza non casuale nè tantomeno insignificante. E non solo e non tanto perché la Calabria è sempre stata un caleidoscopio di etnie e di popoli che l’hanno segnata indelebilmente, ma, soprattutto, per la conformazione del suo territorio. Da una parte il Mar Tirreno e dall’altra il Mare Jonio. A nord il Pollino. Al centro la Sila. Alla cintura l’Istmo e, in fondo allo stivale, l’Aspromonte. Circostanza che, atteso l’idea di svelare bellezza di un territorio così variegato e policromo, avrebbe dovuto consigliare una maggiore attenzione ai territori anche senza tener conto dei confini amministrativi provinciali. Ma tant’è, così è stato. Per cui la Sottosegretario Nesci, pur tra mugugni e malumori dei pochi presenti e dei numerosi assenti alla conferenza stampa, ha presentato la prima graduatoria del CIS Calabria.
Una graduatoria composta da 110 interventi a priorità alta a cui sono stati assegnasti 226 milioni di euro. A questa prima, almeno da quello che è dato sapere, dovrebbero seguire altre due graduatorie, per un controvalore che supera i 3 miliardi di euro. Cifra che, senza dubbio alcuno, mi fa pensare che le graduatorie successive non vedranno mai la luce. E che, in questo modo, farà venire meno il già labile rapporto fiduciario degli enti locali con la regione Calabria e con il Ministero per il Sud , tranne che. Tranne che il Governo regionale in accordo con le quattro Provincie e la Città metropolitana e una rappresentanza dei comuni, penso ai comuni sopra i 15 mila abitanti, non decidano di proporre una serie di CIS su base territoriale.
Penso, e parlo del territorio che conosco un po’ meglio, ad un Contratto istituzionale dell’Arco Jonico, che va da Cutro a Rocca Imperiale. Tale idea potrebbe far nascere, con la forza di una programmazione e progettazione territoriale integrata, un consorzio tra tutte le Comunità interessate e coinvolte nella progettazione per iniziare un processo volontario in grado di regolare e coordinare attività legate allo svelamento di bellezze comuni e straordinarie. Non solo dal punto di vista della riconoscibilità dei territori ma anche della storia e delle tradizioni. Un’operazione di grande respiro e di grande importanza. E che tra l’altro con la presenza di un imponente mole di schede progettuali, alcune allo stadio di fattibilità economica finanziaria altre con progetti un pò più maturi, potrebbero sbloccare e liberare risorse che la regione Calabria rischia di perdere e di tornare indietro all’Europa. Penso ai residui della programmazione comunitaria 2014/2020 e ad altre risorse ancora.
Per fare un operazione di questo genere occorrono coraggio, determinazione e lungimiranza, da parte degli Enti locali e da parte del presidente Occhiuto, a cui non difettano coraggio e determinazione.
La seconda riflessione riguarda le dimissioni del commissario ZES Calabria, D’andrea, e l’immediata nomina del Commissario Zes Campania, Romano. Dimissioni e contestuale nomina che mi convincono sempre di più che continua il commissariamento della nostra Regione. Prima con la Sanità. Oggi con la ZES e ieri con il CIS.
E vengo alla Zona Economica Speciale Calabria, ad oggi, come tutte le altre Zes, bloccata dalla burocrazia. Burocrazia che ha determinato, seppur indirettamente, le dimissioni del commissario D’Andrea.
Nel nostro caso, per non assistere ad ulteriori dimissioni, è da definire il perimetro delle Zona economica Speciale, secondo quanto stabilito nel decreto Pnrr2 dello scorso 13 aprile. E nel farlo non dobbiamo perdere altro tempo prezioso per rilanciare i programmi di internazionalizzazione delle imprese del Sud e della Calabria. Sarà necessario impegnarsi in progetti per promuovere investimenti dall’estero nell’area del golfo di Taranto, nella quale una parte della Calabria, quella jonica, è fortemente coinvolta.
Territori del golfo di Taranto con i quali vanno svolte attività sinergiche per offrire opportunità alle imprese che investiranno e che si localizzeranno in ciascuna delle tre Zes del Sud con i rispettivi porti di riferimento: Zes Calabria (Gioia Tauro), Zes Campania (Napoli), Zes Jonica Puglia-Basilicata (Taranto) alla quale, e qui sta la grande novità, andrebbe aggiunta parte della Calabria jonica. Tale operazione sarebbe possibile nell’ambito della Missione 5 – Componente 3 in cui è prevista la Riforma per il rafforzamento delle ZES. Riforma che tra l’altro, punta a semplificare il sistema di governance per favorire meccanismi in grado di garantire la messa in opera degli interventi in tempi rapidi, quindi l’insediamento di nuove imprese. Tutto ciò riguarderà l’attività e i poteri del Commissario, che avrà la titolarità del procedimento di autorizzazione unica e sarà l’interlocutore principale per gli attori economici interessati a investire sul territorio di riferimento. E quindi avremmo il Commissario già nominato che si occuperà di Campania e Calabria tirrenica ed il commissario della Zes Jonica Puglia Basilicata e Calabria, che si occuperà delle tre regioni del Golfo di Taranto.
Un’operazione di tale portata favorirebbe l’ingresso dei due porti (Corigliano-Rossano e Crotone) e dell’aeroporto di Sant’Anna nell’alveo di pertinenza in cui sono collocati geograficamente e storicamente e che potrebbe dar maggior forza ad un CIS della fascia jonica.
Una rivoluzione progettuale senza precedenti per territori che sino ad oggi hanno vissuto all’ombra, nella marginalità e nell’isolamento, e che vogliono ripartire dalla proprie origini per ricostruire e riscrivere il proprio futuro.
Non c’è un minuto da perdere. Vi è un lavoro immane da portare avanti per mettere insieme, come dice l’amico Domenico Mazza, “allo stesso tavolo tre Regioni, Calabria Basilicata e Puglia, per sfruttare le grandi (e per certi versi inespresse) potenzialità di tutta la fascia rivierasca che dal Crotonese raggiunge il Salento jonico. Un grande contenitore di 52 Enti comunali allocato lungo la linea di costa del Crotonese, della Sibaritide, del Metapontino, del Tarantino e del Salento Jonico. Cinque Province e tre Regioni coinvolte. Tre Distretti Agroalimentari di qualità. Un numero indefinito di siti archeologici, senza considerare le aree dall’incommensurabile valore storico. Il tutto costellato da 24 portualità tra navali, mercantili e nautica da diporto. Quattrocento km di costa con caratteristiche uniche al mondo”.
Giovanni Lentini