Progettazione integrata territoriale dei fondi strutturali in chiave d’Area Vasta.
L’occasione per creare le sinergie propositive per i contigui territori Crotoniati e Sibariti.
Mi pare di capire, anche se mi piacerebbe che qualcuno mi facesse ricredere, che in tutta la fascia dell’alto e medio Jonio calabrese, scorrendo semplicemente le graduatorie dei bandi scaduti, i territori siano in forte ritardo per quanto riguarda l’attuazione delle missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
E per questo credo sia necessario e urgente che le Comunità di questi territori si attivino e facciano sentire la loro voce. Iniziando con il richiedere una cabina di regia dedicata alla progettazione integrata territoriale dei fondi strutturali per un modello e una strategia di sviluppo territoriale sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale.
La mia proposta è quella di attivare un gruppo di lavoro che, con il coordinamento dei due enti provinciali, quelli di Crotone e di Cosenza, le due Camere di Commercio, i comuni capofila di Crotone e di Corigliano-Rossano e tutti gli altri comuni del Crotonese e della Sibaritide, condivida idee e progetti e che, individui le priorità per l’attuazione del PNRR.
Non è più possibile procedere in ordine sparso. Per la sua straordinarietà ed eccezionalità, il PNRR è un opportunità da non disperdere e perdere, se non vogliamo abbandonare i nostri Paesi, in particolare quelli collinari e montani, a un destino irreversibile di spopolamento e di conseguente depauperamento. Accanto al ruolo centrale di indirizzo strategico e di programmazione svolto dalla Regione insieme al Governo nazionale ritengo fondamentale che le Provincie e i Comuni in primis, mettano in campo tutti gli sforzi necessari per cogliere questa grande opportunità del resto irripetibile.
L’obiettivo resta quello di costruire un fronte comune. Vanno coinvolti e invitati tutti gli attori istituzionali, economici e politici dei territori a partire dai sindaci dei Comuni per arrivare alle associazioni di categoria, agli ordini professionali e alle organizzazioni datoriali e sindacali. Come sta accadendo già in altri territori, e non da oggi, io penso che nei loro compiti istituzionali di enti intermedi tra Regione e Comuni, le Provincie siano gli Enti che debbano assumere quel ruolo di coordinamento necessario per mettere insieme tutti i soggetti portatori di interesse nei territori e per questo devono ritornare ad essere i principali interlocutori anche con il governo centrale.
Lavorare disuniti e con tempistiche scoordinate rischia, di far saltare il Pnrr che resta un punto fermo nonostante il “quadro geopolitico ed economico sia stato stravolto e gli scenari siano drasticamente cambiati a causa della guerra in Ucraina, della crisi energetica e del rialzo inarrestabile dei costi delle materie prime”. Anche nell’eventualità, “in cui a livello nazionale ed europeo si decida per un’estensione dei tempi di realizzazione e per nuove priorità, a maggior ragione a livello territoriale occorre lavorare per individuare strategie di sviluppo condivise e fare sintesi, evitando il rischio concreto che non si riescano a individuare politiche di sviluppo di lungo periodo , che più di ogni altro hanno bisogno di investimenti strutturali per superare le enormi diseconomie e per ridurre i divari tra i territori”.
Ad oggi, a me pare, e sempre leggendo tra le righe delle dichiarazioni e degli atti prodotti dagli attori in campo, che non si hanno chiare le priorità e i progetti da realizzare. Per questo, credo sia importante procedere uniti mettendo a sistema competenze e capacità di progettazione.
Siamo già in ritardo e per questo ritengo che la convocazione, nell’immediato, di un tavolo che diventi subito operativo sia necessario e direi obbligato e obbligatorio per mettere in campo questo gruppo di lavoro. Senza perdere tempo e senza far prevalere i campanili, o peggio, i filosofi del nulla mischiato con il niente che imperversano e, per alcuni versi, tengono in ostaggio i nostri territori con i loro filosofemi. Sono in gioco le risorse del PNRR, e non solo quelle. Sono in gioco le risorse del Fondo Complementare. Quelle del Fondo Sociale di Coesione, quelle della programmazione comunitaria 2021/2027. E sono in gioco, da tempo, i bandi e le risorse Interreg, ovvero Fondi europei per la cooperazione territoriale che contribuiscono alla politica di coesione dell’UE per ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni europee e destinati alle Regioni italiane per favorire la coesione economica, sociale e territoriale. Fondi che a queste latitudini non si sono mai utilizzati direttamente e che, come area jonica, la Riva Sud d’Europa, potremmo sfruttare maggiormente interloquendo e interagendo con le aree a noi dirimpetto, come l’area balcanica e quella a noi contigua l’area adriatica , seguendo l’esempio e la falsa riga degli Interreg ADRION e BALKAN-MEDITERRANEAN.
Sotto quest’aspetto elenco in ordine sparso alcune proposte progettuali che potrebbero interessare e riguardare l’Area Vasta della Magna Graecia, quella che interessa i territori dell’alto e medio jonio calabrese, quello per intenderci che va da Cutro, a sud, a Rocca Imperiale, a nord.
Metropolitana di superficie della Magna Grecia; Ciclovia della Magna Graecia; Percorsi dei Viandanti della Magna Graecia; Contratto dei fiumi e della costa della Magna Graecia; Sentieri religiosi bizantini nella Magna Graecia; Sviluppo e valorizzazione dei paesi montani della Magna Graecia; Aree industriali dismesse e siti orfani della Magna Graecia; Marca Territoriale della Magna Graecia; Costituzione di una Multiutility della Magna Graecia.
Questa potrebbe essere la strada da percorrere, se non l’unica certamente la più importante, al fine di evitare l’isolamento e la marginalità e di tracciare e disegnare un nuovo inizio per questi territori.
Giovanni Lentini