Crotone: se Sparta piange, Atene non ride.
Una riflessione sul grottesco periodo della Città di Pitagora.
La situazione generale a Crotone è grave, e per non farsi mancare nulla, è anche poco seria.Flaiano avrebbe dovuto aggiornare se stesso per rappresentare lo psicodramma che vivono le Istituzioni e, con esse, i cittadini Crotonesi ai quali non sembra vero dover patire di troppa generosità. Perché è di generosità che si tratta, e disincanto pure, quando ci si affida alla “qualunque”.
Unica attenuante un quadro generale più somigliante ad una morta gora. Avevo analizzato le condizioni in cui era nata la candidatura del Sindaco a Presidente della Provincia. Non mi ripeterò, giacché il voto si è incaricato di confermare, fra le altre considerazioni svolte, anche la fragilità della maggioranza Consiliare e la friabilità del PD Provinciale, atteso che quello cittadino è impalpabile. Sembra di rivivere le ultime settimane dell’esperienza passata, quella della “Prossima Crotone”, che si barcamenava fra numeri ballerini e minoritari, e l’ostinazione acritica e surrettizia della leadership politica che sfuggiva al redde rationem del dibattito Consiliare ritenendo “periferici e reazionari” i Consiglieri dissidenti. Un clima di prevaricazione delle prerogative del Sindaco, in quel caso Pugliese, a cui non faceva difetto il rispetto e la lealtà per “l’alleato” ma ignorando, complice una candida inesperienza, che senza una maggioranza chiara e affidabile il percorso è accidentato oltre che segnato.
La vicenda giudiziaria, la limitazione della libertà personale e il più banale reato della pubblica amministrazione (abuso d’ufficio) ebbero l’effetto di una riappropriazione delle funzioni politiche, fino a quel momento delegate in una sorta di sindrome di Stoccolma. Le dimissioni di Pugliese furono l’atto estremo, emotivamente giustificabile ma, politicamente e amministrativamente, una sottrazione delle prerogative dell’Assemblea elettiva ed una fuga dalle proprie responsabilità.
La gestione Commissariale, successiva, è stata un rimedio peggiore del male che il successore, eletto dal popolo, ha aggravato.Pugliese avrebbe dovuto “Istituzionalizzare” la crisi e provare, in quella sede, a dare una soluzione oppure a prendere atto che i numeri non c’erano più. Tutti sappiamo com’è andata a finire.
Oggi, il quadro è più somigliante all’urlo di Munch, giacché la politica è soppiantata dall’analfabetismo, dalla concezione autoreferenziale e “gruppettara”, e dalla inidoneità camuffata da inesperienza. L’assenza di leadership territoriali e di partiti organizzati, tutti, nessuno escluso, completano un quadro che sfiora la drammaticità. Quel dramma che, ovviamente, non uccide soggettivamente ma inibisce e deprime collettivamente. Il Sindaco ha un solo dovere, e lo deve a quella Città che è stato chiamato ad amministrare: istituzionalizzare una crisi che è conclamata da tempo. Ascoltare le ragioni dei Consiglieri Comunali di Crotone evitando di farli aggredire ignobilmente, dall’esterno, facendoli passare per prezzolati, traditori e saltimbanco senza offrire loro la platea Consiliare per rappresentare le ragioni ed, eventualmente, contraddirle e mediarle. Se a questo non corrisponde il Sindaco, per ragioni non difficili da interpretare; l’opposizione, dal canto suo ed assolvendo alla propria funzione di controllo e stimolo, convoca il Consiglio Comunale per chiarire oltre che le posizioni dei propri componenti anche di quelli con i quali interloquisce, auspicabilmente negli interessi della Città e non di fazioni o piccole e residuali postazioni Consiliari. A Crotone siamo nella condizione per la quale se Sparta(la maggioranza) piange, Atene( l’opposizione) non ride. La chiarezza è richiesta tanto agli uni quanto agli altri. E così come la maggioranza deve spiegare, una volta ricompattatasi, come intenderà rilanciare l’azione di Governo, allo stesso modo, una opposizione che dovesse avere numeri prevalenti, non potrebbe sfuggire alle sue responsabilità nell’indicare quale progetto politico e programmatico intenderà realizzare in questa legislatura, oppure chiedendone il passaggio e la legittimazione popolare. Ultima considerazione, l’elezione, dopo oltre 2 anni, del Presidente della Provincia. Sergio Ferrari è andato oltre il consenso ponderato attribuibile al CD. Ha migliorato persino il dato del Presidente Occhiuto, tenuto conto che i Comuni guidati dal PD, e la Città di Crotone, davano la maggioranza alla coalizione di C.S.La ricomposizione degli organismi elettivi e di Governo della Provincia devono contribuire ad alzare il livello del confronto e a favorire quella sinergia opportuna con la Giunta Regionale guidata da Roberto Occhiuto. Le leadership crescono se si autoalimentano di visione politica e progettuale. In autonomia. Le sottoprefetture di governi che risiedono altrove creano solo figli di un Dio minore. Il Presidente della Provincia guiderà uno dei territori più antichi e nobili della Calabria. Se non se lo dimenticherà, la sua esperienza sarà sicuramente di successo.
Domenico Critelli