Ripartendo dalle città dell’Arco Jonico si apra ad un nuovo contesto di regionalismo.
L’integrazione e rivalutazione degli Asset infrastrutturali dell’ambito Magnograeco come punto imprescindibile per un nuovo concetto di rilancio dell’Area.
Leggere gli interventi di Flora, dell’onorevole Flora Sculco, per me è sempre un piacere. Uno stile asciutto ed essenziale, quasi minimale e che va sempre al cuore dei problemi. Anche se, alcune volte, li affronta “a volo d’uccello” come le è capitato nel suo ultimo intervento sulla Sacal “Affrontiamo in modo strutturale le precarietà della Sacal” in cui, a mio parere, alcuni punti andavano meglio specificati e approfonditi.
Il primo punto. Quando il già Presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, diede vita alla Sacal, le perplessità che molti di noi, ma anche molti dei Democratici, esprimevamo erano legate al fatto che Sacal servisse più all’aeroporto di Lamezia Terme che agli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone.
Cosi come il Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive servito più ai quattro consorzi industriali calabresi, tutti in perdita, che a quello crotonese.
Perplessità che via via sono diventate certezze già dopo pochi mesi dall’entrata dei due aeroporti nella nuova società Aeroportuale calabrese. Nessun accenno alla presenza nel CdA dei Comuni sede di scalo neppure dopo lo tsunami giudiziario. E il tutto non si può ridursi, ad impegni non mantenuti da parte del management della società lametina e, per esso, da Oliverio e da tutta la maggioranza che lo ha sostenuto fino alla fine, Demokratici compresi. Perchè questo fa nascere un altro interrogativo, il secondo punto, a cui l’on. le Sculco dovrebbe dare una risposta. Su quali basi e con quali contenuti fu siglata la pace politica con Oliverio? Ricordiamo tutti che dal 2014 al 2017 ci fu una guerra senza quartiere in Consiglio Regionale e in Comune su tutte le questioni sensibili: Stadio, Teatro, Aeroporto, Bonifica, Antica Kroton. Di tutto e di più. E poi, di colpo, la pace. A quali condizioni?
E poi, per finire, come mai non ci si mise di traverso allora per costituire una società aeroportuale allargata a tutta la riviera Magnograeca, partendo da tutti quei comuni dell’alto e medio jonio cosentino che guardavano e guardano con interesse all’aeroporto Sant’Anna di Crotone? Comuni che guardano con interesse ai porti di Crotone e Schiavonea in un sistema di logistica integrata tra le due realtà territoriali, quella di Crotone e di Corigliano-Rossano?
Mi rendo conto che in questo momento le mie possano risultare domande oziose, ma a me interessa conoscere gli intendimenti non solo dell’on.le Flora Sculco (ottima la sua scelta di collocarsi all’interno della coalizione di centro destra a sostegno del candidato a presidente Roberto Occhiuto), ma di tutto lo schieramento di centro destra che ambisce a governare per i prossimi cinque anni la regione Calabria.
E quello che m’interessa conoscere sono i propositi e gli obiettivi riferiti alla riorganizzazione politica ed amministrativa, necessaria e non più rinviabile, del territorio regionale, a cui far seguire una visione nuova e ambiziosa dello sviluppo dei territori. Senza distinzione alcuna tra nord e sud. Tra est ed ovest. Tra una Calabria tirrenica ed una Calabria jonica.
Mentre ancora oggi con la Sacal, e l’aeroporto di Lamezia Terme, e con l’Autorità di Sistema Portuale dei mari Tirreno e Jonio, e il porto Gioia Tauro, prevale una visione della Calabria strabica, mentre l’aeroporto S. Anna di Crotone è la soluzione per i voli commerciali della Calabria così come lo sono i porti jonici che, almeno dalle ultime considerazione fatte dal vice ministro Morelli al convegno della Camera di Commercio di Crotone, sono una soluzione per i collegamenti con l’intera area del Mediterraneo,
Essendo, tra l’altro, il rilancio dei porti jonici una idea forte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con le imponenti risorse riservate alle Zone Economiche Speciali.
Ed allora, altro che dichiarazioni che evitano di entrare nel merito per non guastarsela con gli altri. Bisogna invece entrare nel merito, toccare il nervo scoperto e, se il caso, affondare il coltello nella piaga e dirimere le questioni partendo dalle cose più ovvie, la più ovvia: qual’è la logica di conservare il volo Lamezia-Roma che è tra i più passivi d’Italia per la concorrenza del trasporto ferroviario e non, invece, spostarlo su Crotone?
Da più parti si dice che serve cogliere le opportunità che offre il PNRR per l’interconnessione delle reti di trasporto. In questo senso rilanciare l’aeroporto S. Anna sarebbe una occasione unica anche per i porti jonici, in articolare per i porti di Crotone e di Schiavonea, in cui il collegamento stradale Simeri Crichi – S. Anna – Passovecchio – Sibari assumerebbe un interesse e una valenza strategica non solo per l’Italia ma per L’Europa.
Ed allora senza perdere ulteriore tempo, e senza indugi, ripartiamo da Crotone e da Corigliano-Rossano per far ripartire la Calabria. E per far ripartire l’area vasta jonica, la macro regione jonica e la macro regione mediterranea.
Giovanni Lentini