Calabria: terra ai margini dell’offerta sanitaria

Calabria: terra ai margini dell’offerta sanitaria

In una terra in cui i LEA non suffragano i requisiti richiesti, sullo Jonio la situazione appare ancora più drammatica rispetto al resto della Regione.

In Calabria la curva pandemica cresce giorno dopo giorno seminando paura ed angoscia in tutta la popolazione. I dati parlano chiaro e delineano un quadro allarmante non solo con riferimento alla pandemia.

A preoccupare, accanto ai 226 nuovi positivi accertati in regione nella giornata del 12 aprile scorso ed agli oltre 1000 positivi nella provincia di Crotone, infatti, è la consapevolezza della più assoluta carenza di posti letto, personale medico, mezzi di soccorso.

In tutta la provincia di Crotone l’ASP dispone di 5 ambulanze (!) di cui solamente 2 per il capoluogo. E’ facile comprendere che tra le ambulanze usate come posti letto ed il tempo per la loro successiva sanificazione, non è possibile garantire il soccorso d’emergenza con le gravi conseguenze che tutti possiamo immaginare.

Bisogna ricordare, inoltre, anche altri dati che relegano la nostra Calabria ai margini dell’offerta sanitaria, uno su tutti: mentre la media calabrese è di 3 posti letto ogni 1000 abitanti, nell’Arco Jonico-Silano Crotonese e Sibarita il dato si abbassa vertiginosamente, addirittura meno di 1 posto letto ogni 1000 abitanti.


Ogni altra considerazione appare superflua.

Ad una tale evidenza si può rispondere solamente richiamando ciascuno alle proprie responsabilità, affrontando con serietà e competenza il problema e perseguendo un cambiamento difficile ma possibile.

Le risorse del PNRR dedicate alla Salute rappresentano l’ultima opportunità per risollevare le sorti della sanità calabrese, garantire l’erogazione dei LEA con i medesimi standard delle regioni più efficienti, progettare e realizzare una rete di assistenza sempre più vicina ai bisogni dei cittadini.


Non possiamo più aspettare.

Filippo Sestito

Redazione Comitato MagnaGraecia