Sarebbe davvero grave ed irresponsabile se esistesse una precisa volontà politica nel ritardare la realizzazione della statale 106 jonica
Non cadiamo nella trappola di interpretare leggi e regolamenti europei in senso peggiorativo.
Leggendo la Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 10 febbraio 2021 sulla proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza si può apprendere una serie di elementi che sono stati interpretati in modo non corretto o, quanto meno, non rispettosi di quanto voluto dal Parlamento europeo.
L’articolo 174 del Trattato sul Funzionamento della Unione Europea (TFUE) stabilisce che, per promuovere il suo generale sviluppo armonioso, l’Unione sviluppa e persegue l’azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale. Inoltre, a norma del medesimo articolo, l’Unione mira in particolare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite.
Nel rispetto di un simile impegno strategico gli sforzi per la riduzione delle disparità dovrebbero andare a beneficio soprattutto di regioni come la Calabria.
In nessuna parte del Regolamento si vieta agli Stati di produrre proposte relative a nuove reti viarie. In proposito sono state interpretate male due raccomandazioni, una presente nell’articolo 19 in cui si precisa, in merito alla pertinenza della proposta che si verificherà: “Se il piano per la ripresa e la resilienza è in grado di assicurare che nessuna misura per l’attuazione delle riforme e dei progetti di investimento in esso inclusa arrechi un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 (principio “non arrecare un danno significativo”); la Commissione fornisce agli Stati membri orientamenti tecnici a tal fine”. Pertanto la Valutazione di Impatto Ambientale assicura abbondantemente tale giusta esigenza. Inoltre anche i coefficienti riportati nell’Allegato VI, sempre del Regolamento, relativi alla “Metodologia di controllo del clima”, mettono in evidenza solo il ruolo meno impattante della rete ferroviaria ma non precludono possibili proposte di reti viarie che, supportate dalla Valutazione di Impatto Ambientale, non possono in nessun modo essere escluse tanto è vero che nei Recovery degli altri stati europei vi sono diversi progetti per la costruzione di nuove strade.
Pensando alla Statale 106, dopo la risposta che il Direttore Generale della Mobilità e dei Trasporti della Commissione Europea Oliver Silla ha inoltrato all’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, è necessaria una riflessione in merito alla necessità che le opere siano completate entro e non oltre il 31 dicembre del 2026. Ciò se da una parte rappresenta un limite dall’altra apre ad una straordinaria opportunità: utilizzare il Recovery Fund per finanziare interamente il costo del 3° Megalotto. Questo consentirebbe alla Calabria di “recuperare” 1.335 milioni di euro che possono essere utilizzati per l’ammodernamento di un nuovo Megalotto nel tratto compreso tra Sibari e Reggio Calabria (che resta peraltro il più pericoloso).
Senza le opere viarie e senza l’ammodernamento di una parte della Statale 106, al Mezzogiorno andrebbero appena 2 miliardi di euro relativi al completamento dell’asse AV/AC Napoli–Bari e della Potenza–Metaponto. Allora è utile dibattere a lungo su come costruire il Recovery Plan evitando di invocare vincoli ed impostazioni mentali interne al Paese finalizzati solo a giustificare la impossibilità di realizzare opere viarie essenziali come la Statale 106. Sarebbe davvero una grande delusione se l’attuale Governo ricorresse a comportamenti poco trasparenti e non coerenti con una precisa volontà strategica della Unione Europea.
È il momento di non cadere in trappole ideologiche interpretando regolamenti e leggi europee in senso peggiorativo rispetto all’Europa e perdere così le ultime opportunità di sviluppo che, nel caso specifico della Statale 106, sono anche improcrastinabili necessità di sicurezza.
Ercole Incalza
Fabio Pugliese