Arco Jonico: sanità allo sbando
Tra medici spostati da un Presidio all’altro, laboratori tamponi ancora in alto mare ed all’orizzonte l’aumento dei contagi da Covid, emodinamiche assenti ed a momenti la formalizzazione delle dimissioni del Commissario ad Acta.
Una situazione che desta non poche preoccupazioni, il discorso sanitario in riva allo Jonio. In piena bagarre elettorale, nel cuore del Pollino, si decide di trasferire un ortopedico dallo Spoke di Corigliano Rossano a Castrovillari.
Il Presidio Jonico, già arrancante sotto diversi punti di vista, si vede ora privato dell’importante figura medica, lasciando pertanto un reparto con soli 3 medici a servire l’utenza che abbraccia tutte le comunità da Rocca Imperiale a Cariati compreso l’entroterra.
Del resto la cosa non genera particolare stupore dato che il reparto di Ginecologia del medesimo Spoke, viaggia a carenza d’organico e si pone sempre in una condizione di accettare medici in prestito, lautamente retribuiti, gentilmente offerti dall’AO dell’Annunziata.
Si persevera nella perversa visuale di spogliare un santo per vestirne un altro, con l’aggravante che a furia di spoliazioni, sanitarie e non, lo Jonio è nudo.
A rischio anche la sussistenza dello Spoke di Corigliano Rossano se metodi e condotte dei vertici aziendali continueranno a privilegiare altri territori a scapito dei presidi ospedalieri della prima città della provincia di Cosenza. E così ci si potrebbe ritrovare con un nuovo ospedale della Sibaritide, quello che verrà e se verrà, qualificato come “zonale” e non più Spoke.
I provvedimenti legislativi dell’ex ministro alla sanità Lorenzin, d’altronde, vanno proprio in questa direzione. Non è un rischio imminente ma una volta varato il piano regionale sanitario e il successivo atto aziendale si guarderà ai numeri e prevarrà il dato demografico. Per ogni ambito, infatti, è previsto 1 ospedale di Eccellenza HUB oltre ai 300mila abitanti ed 1 Spoke oltre i 150mila abitanti. La provincia di Cosenza ha 1 ospedale HUB (Cosenza) e 3 spoke (Corigliano Rossano – Castrovillari e Cetraro-Paola). Considerata la popolazione di circa 700mila abitanti, uno dei tre Spoke, è di troppo. Ed a rischio c’è proprio quello di Corigliano Rossano se si considera che la fascia di popolazione dell’alto Jonio la si fa convergere su Castrovillari, come in parte accade per i distretti sanitari.
In quest’ottica rientrano una serie di provvedimenti che tendono a rafforzare alcune tesi, come nel caso del recente depotenziamento della divisione di Ortopedia di Corigliano Rossano a beneficio dell’Ortopedia di Castrovillari. Ed ora la divisione ortopedica del plesso Bizantino dello Spoke jonico è severamente sottoposta a rischio per la continuità delle turnazioni. Castrovillari, inoltre, può vantare la presenza del laboratorio di Emodinamica, attività svolta anche a Cosenza e sul Tirreno nonché presente in ben tre strutture nel Capoluogo di Regione, mentre tutta l’area jonica, addirittura fino a Crotone, ne è sprovvista.
A ciò s’aggiunga il prossimo pensionamento di tre medici Anestesisti in forza al plesso ausonico dello Spoke di Corigliano Rossano, e scampoli
d’imminente ridimensionamento della struttura prendono sempre più forma.
Senza considerare che i famosi laboratori con macchinari predisposti a processare i tamponi, ancora arrancano a trovare una dimensione come nel caso Pitagorico, oppure sono totalmente assenti nel caso Ausobizantino.
Dulcis in fundo la precaria condizione dei due Presidi di Montagna di Acri e San Giovanni in Fiore, ciò che resta del Presidio di Trebisacce e la travagliata condizione dell’ex Ospedale di Cariati, sopratutto a seguito della spoliazione di diversi laboratori analisi, per dinamiche aziendali.
In queste ore, oltretutto, dovrebbero concretizzarsi le dimissioni che il commissario Cotticelli sta depositando sulla scrivania del ministro Speranza.
A questo punto mi chiedo, dove si voglia condurre la sanità in questa Regione, considerato il buco da 200milioni di euro ed i magheggi e sotterfugi che hanno condotto la Calabria, ed in particolar modo l’area dell’Arco Jonico, ad essere più una costola del Terzo Mondo che naturale appendice Europea?
Domenico Mazza