SS106, illogico estromettere tratto Sibari-Crotone
Mancata lungimiranza progettuale e soccombenza ai dettami centralisti nella pianificazione.
L’imminente avvio dei lavori del terzo megalotto della Strada statale106, sta inesorabilmente riportando l’attenzione sulla travagliata condizione dei trasporti nel precario asse Jonico del nord est calabro.
Del resto ormai si parla da tempo, della necessità di togliere l’area dall’atavico isolamento, pertanto ben vengano tutte le migliorie proposte affinché le stesse apportino quel valore aggiunto che potrebbe tradursi in un miglioramento dei servizi per i suoi abitanti.
Ma accanto a lungimiranti progetti, che impattano la zona più settentrionale della Magna Graecia, manca quella visuale unitaria ed organica del territorio che rappresenterebbe l’asset strategico al rilancio dell’area.
Una strada deve inverare, simultaneamente, la crescita dell’idea progettuale congiungente i vari lembi del territorio in un tutt’uno. Deve accorciare distanze tra i centri in esso ricadenti, potenziando economie di scala e mobilità sostenibile ed interdipendente.
Ora, proviamo ad immaginare cosa sarà quel lembo di territorio compreso tra Sibari e Crotone quando da nord la 4 corsie virerà dallo Jonio verso l’entroterra vallivo dell’A2.
Sicuramente si aprirà l’autostrada del Mediterraneo all’autostrada Adriatica! Ma a sud di Sibari? Qui tutto tace, si continua a parlare d’investimenti fatti da rotonde e guardrail, per i quali erano previsti in pre-pandemia circa 700 milioni di euro (che a questo punto non si sa neppure se saranno confermati).
Ma vi sembra logico? Estromettere dall’ammodernamento a quattro corsie il tratto della statale 106 che congiunge Sibari a Crotone, con tratti come la traversa interna al comune di Corigliano Rossano trafficata con punte di circa 25.000 autoveicoli al giorno.
Si può continuare a prediligere la logica già vista sul binario Jonico, quando l’elettrificazione giunta a Sibari, ha virato verso Cosenza e Paola, uccidendo le ex città di Corigliano e Rossano, oggi città unica e terza della regione, nonché la città di Crotone?
Non mi si dica che in questo non è presente lo zampino del centralismo che, con arroganza ed irrispettosa irriverenza, ha convogliato verso l’ovest della regione, flussi ferroviari a doppio binario, autostrade, portualità ed aeroporti internazionali, lasciando l’area jonica come una landa desolata.
È pensabile che questa Regione debba andare a due velocità? Macchine da corsa a ponente, aratri trainati da buoi a levante! No, assolutamente no. Adesso basta!
La Magna Graecia, non merita questo.
Sarebbe l’ulteriore mortificazione ad un territorio che ha già pagato un caro prezzo, che continua ad arrancare, quando immense sarebbero le sue potenzialità.
Abbiamo bisogno di un sistema di trasporti moderno ed efficiente, abbiamo bisogno di una strada che colleghi tutta la Magna Graecia in maniera organica e veloce, con un tracciato pedecollinare, che ridurrebbe il percorso dagli attuali 110 km a circa 80, tra Sibari e Crotone.
Siamo ancora in tempo, ma non possiamo più adagiarci sugli allori, dobbiamo agire e raddrizzare una situazione che se non rettificata rischia di scrivere la parola fine alle possibilità di crescita e sviluppo del territorio Magnograeco.
Pertanto mettiamoci all’opera, dimentichiamo progetti che rappresenterebbero solo uno spreco di denaro pubblico ed un usufrutto assolutamente insufficiente. Iniziamo ad utilizzare quei 700 milioni (pretendiamo che vengano rimpinguati) per proseguire sulla pianificazione stradale a 4 corsie a sud di Sibari e verso Crotone quindi Simeri Crichi, laddove ricomincia la civiltà stradale.
È il momento d’osare! Gli indugi e le titubanze fino ad oggi attuate, ci hanno relegato ai confini della civiltà. Svegliamoci, Sibariti e Crotoniati, prima che sia troppo tardi!
Domenico Mazza