Magna Graecia. Due Capoluoghi una sola area vasta
Nuova visuale del territorio come prospettiva alle aspettative dell’Arco Jonico.
Siamo Sibariti, siamo Crotoniati, siamo Calabresi, ma prima d’ogni altra cosa siamo Italiani e si sa, per antonomasia, siamo la patria dei campanili.
Lanciare quindi un’idea progettuale d’area vasta che preveda come condizione, necessaria e sufficiente, l’istituzione di due Capoluoghi alla guida della stessa, potrebbe indurre in imbarazzo il pensiero di chi è avvezzo considerare una provincia come il feudo del capoluogo, da sempre identificato come “il padrone”.
Niente di tutto questo!
Magna Graecia nasce come abrogazione del disegno localistico dando luogo ad un connubio di città-territorio che contribuisce, per potenzialità, ad inverare il concetto d’area vasta.
Del resto il grande limite avuto in Calabria, è stato proprio quello di suddividere la stessa in aree provinciali senza tener conto della peculiarità dei territori, delle affinità, creando giganti obesi e spropositati e semiterritori geopoliticamente piccoli ed inconcludenti.
Magna Graecia vuole osare di più!
Vuole andare oltre l’impalpabile concetto di steccato dell’orto, sforzandosi di promuovere un’idea d’allargamento condiviso e sussidiario del territorio, riproponendo in chiave moderna e globale i fasti del passato, con un pizzico d’impronta personale e non personalistica; non già una banale annessione come miopi sguardi vorrebbe vedere.
Ed ecco che il passato si ripropone in tempo moderno, laddove le antiche Sybaris e Kroton, lasciano spazio alle moderne Corigliano Rossano e Crotone, le quali amministreranno rispettivamente l’area Sibarita e l’area Crotoniate, poiché baricentriche alle rispettive pertinenze territoriali.
Le stesse, con sussidiarietà, genereranno quel sano principio amministrativo non localistico che eleverà l’area vasta Magnograeca a modello di riferimento, non solo per la Calabria, ma per il Paese tutto.
Il distaccamento amministrativo, in buona parte già presente nei due designati Capoluoghi, non creerà alcuna ruberia o sopruso dell’uno verso l’altro, ma la vicendevole implementazione compensativa, non succursale, ma razionale e rispondente alle esigenze d’un territorio, che avrà modificato le esigenze amministrative senza alterare la geoallocazione dei luoghi.
La norma costituzionale prevede operazioni in tal senso! Le vecchie, e talvolta recenti, inoculatezze politiche però, hanno impedito che progetti di siffatta levatura, ad oggi fossero partoriti.
Ma una brezza di rinnovamento sta cambiando la visuale: laddove sorgevano muri e steccati, ora s’apre l’orizzonte!
I problemi che attanagliano le due aree, oggi possono trasformarsi nel grido di dolore d’un solo popolo che si batte, e continuerà a battersi, per il riconoscimento dei suoi diritti e la riconquista del maltolto.
Amplifichiamo quindi la forza dei due Capoluoghi sui quali graverà l’onere e l’onore di guidare le rispettive aree di riferimento; dalla Sila all’alto Jonio, dalla Sibaritide al Cirotano, dal Crotoniate al Marchesato.
Realizziamo in chiave moderna il concetto delle — Città Stato —dell’antica Grecia, laddove tutto il territorio diventa città e la periferia si mesce al centro, non più come appendice dello stesso, ma come vaso comunicante ad un processo di globalizzazione non più differibile.
Domenico Mazza