Il rilancio della Magna Graecia, ripartendo dalle Grandi Opere.
La pianificazione come strumento base per il decollo dell’Area Jonica.
L’area jonica Magnogreca, sotto il profilo economico era già permeata da una situazione critica, se non drammatica.
Ora, dopo l’avvento del Coronavirus e con l’imminente passaggio alla fase 2, rischia un affossamento totale.
Tale debacle, non sarà definitiva se, chi di competenza, s’attiverà per rilanciare un piano infrastrutturale delle grandi opere.
Diventa pertanto ancor più significativa, la realizzazione di un’infrastruttura come la statale 106, che non potrà più essere la storia infinita di segmenti spezzettati d’ammodernamento e tratti che definire mulattiera sarebbe un eufemismo.
Bisognerà investire ed accelerare i lavori d’ammodernamento della ferrovia jonica, creando quel servizio metropolitano leggero fra lo scalo aeroportuale, le città di Crotone e Corigliano Rossano, le stazioni d’intescambio modale lungo la tratta Catanzaro Lido-Metaponto e lo snodo di Sibari.
Sarà un imperativo la definitiva messa a regime de retroporti di Crotone e Corigliano Rossano con l’avvio delle aree Zes.
Operando in tale direzione si darebbe un segnale, di coraggio e di volontà a ricominciare, premiando chi, in questa triste situazione economica, ancor più incancrenita dal C19 rischia a tenere in vita quelle attività produttive, non solo per loro stessi ma anche per i dipendenti che ivi lavorano.
Ne deriverebbe uno slancio di vitalità alle città ed ai tutti i comuni dell’arco Jonico- Silano della Magna Graecia, nonché d’ottimismo per il futuro.
Personalmente, ma anche come comitato Magna Graecia, siamo fermamente convinti che il momento dei progetti arraffazzonati debba finire, lasciando spazio, ove possibile e consentito, alle opere di grande respiro.
Tutto ciò contribuirà ad innescare l’input di crescita per quei territori mortificati da troppo tempo a causa delle inoculate scelte ed ancor più eclissati a seguito del tifone Coronavirus.
Sarà necessario ricordare, che laddove latitano le direttive di comando e langue la presenza dello Stato, i processi di modernizzazione tardano a farsi sentire.
In queste circostanze, talvolta fan capolino sottoculture deviate e settori criminali come le ndranghete che, approfittando della condizione d’incertezza, potrebbero fornire aiuti fittizi alle famiglie e usurai che a mo’di avvoltoi approfittino dello stato di bisogno diffuso tra le popolazioni.
È necessaria quindi un’iniezione di coraggio! Imperativa dovrà essere la ripartenza e lo Stato dovrà ergersi a portatore sano di investimenti.
Sarebbe opportuno programmare alla svelta, non abbiamo più tempo per adagiarci sugli allori.
Domenico Mazza