CHIESTA LA REVOCA DEL COMMISSARIO ZUCCATELLI. SCONVOLGENTE VIDEO-INTERVISTA SOCIAL
Da ore circolano sui social le dichiarazioni imbarazzanti per tono e contenuto dell’amministratore aziendale cosentina. Dichiarazioni non solo non condivisibili sul piano del merito ma eccessivamente diseducative. Qualora tali esternazioni dovessero trovare conferma nella realtà si chiede l’immediata rimozione
Circola sui social una video-intervista in cui in didascalia appare il nominativo di Giuseppe Zuccatelli, attuale commissario straordinario dell’Asp di Cosenza. Volto, esternazioni e contenuti sono attribuiti al commissario Zuccatelli. Se tale video-intervista dovesse trovare reale conferma nei fatti, considerato tono, contenuto e linguaggio, il Comitato della Magna Graecia chiede agli organismi competenti l’immediata rimozione dall’incarico di Commissario di tal Zuccatelli. Al di là dell’aspetto estetico-folkloristico, per quanto attiene il merito appare inverosimile, come motivazione a supporto della realizzazione di Poli Covid in ambienti promiscui, la tesi secondo cui si siano autorizzati Poli Covid in quanto il virus si contrae solo attraverso la stretta di mano o le goccioline di saliva. Se tale tesi fosse una visione soggettiva del Sig. Zuccatelli nel rispetto dei principi ispiratori della libertà di espressione e di pensiero nullaosta, ma se da tali considerazioni ne derivano scelte e decisioni ai danni dei cittadini crediamo che vi sia dell’irresponsabilità. È lo stesso Ministero della Salute, già ignorato quando mediante circolare indicava i Poli Covid da istituire negli ospedale HUB, a chiarire i termini di contagio del covid: “ È un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite: la saliva, tossendo e starnutendo, contatti diretti personali, e infine le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi. Lo stesso Ministero chiarisce i termini di “contatto stretto” e tra l’elenco appare anche la tesi di una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti; oppure di “una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri”; o ancora di “un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei”. Altro che “stretta di mano” o semplici goccioline di saliva vaganti.
Risulta ancor più paradossale nel prosieguo dell’intervista, la sommaria descrizione dell’allocazione del polo covid nel Plesso bizantino dello Spoke Corigliano Rossano, laddove si adduce al fatto che lo Jonio sia sprovvisto di presidi all’uopo utilizzabili, ed adducendo al fatto che il tirreno ha già un Presidio Spoke su Cetraro, ma si glissa sull’originaria destinazione d’uso del presidio di Castrovillari, pensato come Presidio Spoke e destituito dal compito nel giro di 48h. Inoltre si fa riferimento all’ospedale della Sibaritide, alludendo allo stesso con la sommaria definizione di :”Ospedale di un certo tipo”, senza chiarire in merito alla sua destinazione d’uso e soprattutto se lo stesso sia uno spoke clone delle attuali strutture e quindi ancora dipendente dalla struttura Hub di riferimento dell’Annunziata, la stessa richiamata dal commissario insieme al Pugliese-Ciaccio nonché al Gom (grande ospedale metropolitano di Reggio) quali eccellenze della sanità Calabrese, sottendendo un rapporto di subordinazione persistente tra le predette strutture ed il resto della sanità regionale. Nessun riferimento al fatto che già il Presidio di Crotone, anch’esso spoke, ed allocato in area jonica sia stato investito da un reparto covid, in spregio alle circolari previste dal Ministero della salute e datate 27 gennaio 2020, con il tacito placet del relativo hub di riferimento sito nella città di Catanzaro.
Si significa nella stessa intervista che la scelta dello stabilimento di Corigliano Rossano è da intendersi sul fatto che lo spoke disponendo di due plessi, opterà per un polo non covid (Corigliano) e per un polo “anche” covid (Rossano). Purtuttavia spiace dover constatare che ad oggi sono stati predisposti dei percorsi misti in area non covid e relativamente al reparto di Ginecologia allocato nel Plesso di Corigliano, con la creazione di aree covid destinate alle partorienti, e che ancora vengano disattese tutte le raccomandazioni previste circa la realizzazione di ospedali covid e solo covid, piuttosto che “anche covid” che giocoforza prestano il fianco a creazioni di lazzaretti di fortuna in ambienti promiscui.
Nessun riferimento alla considerazione della geografia dell’area jonica che vede i suoi duecento km dal piano di Sant’Anna al confine lucano, nonché gli oltre 400mila abitanti afferenti privati di un Presidio di Secondo Livello e costantemente succubi delle dinamiche centraliste che hanno la loro naturale e scriteriata allocazione nelle città di Cosenza e Catanzaro.
Riteniamo, non più percorribile un disegno sanitario che non tenga conto delle aree interne Jonico Silane, distanti in alcuni casi oltre 2 ore dai relativi hub di riferimento, violando pertanto uno dei principi costituzionalmente garantiti quale il diritto ad una sanità normale.
Chiediamo agli organismi competenti la revoca del mandato del commissario Zuccatelli, parimenti alla deputazione parlamentare nazionale e regionale del territorio e al presidente della conferenza dei sindaci di rendersi promotori di iniziative protese a sollecitare l’atto di revoca.
Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia