Perché non una Sapab Sybaris e Kroton?
Ripensare al patrimonio artistico – culturale Jonico in chiave territoriale.
“La storia si ripete”, recita un vecchio detto.
È proprio così!
Ciclicamente soprattutto alle nostre latitudini, siamo ormai avvezzi a ricadere negli stessi errori.
Quello che più colpisce ed al contempo delude, non è tanto il gioco dei capoluoghi storici perpetuanti nella loro contorta visuale centralista, quanto il fatto che i nostri popoli non siano animati da quel sussulto d’orgoglio che permetterebbe un’inversione di tendenza alle storture.
Capita che la città capoluogo di Regione ricorra al TAR per una sentenza avversa ad una sede della Soprintendenza nella città di Pitagora!
Certo non compete a chi scrive ricordare che quando gli avi greci misero piede in terra jonica fondarono città che ancora oggi riecheggiano negli annali: Sybaris e Kroton, che strinsero rapporti con Pandosia, passando per Krimisa e Petelia.
La storia è nata qui!
Le gesta dei grandi hanno albergato in questo lembo di terra di 200 km.
Dovremmo imprimerlo bene, dapprima nella nostra mente, poi forse saremo in grado di pretendere il rispetto che altri ci devono.
Si badi bene, Catanzaro fa il suo gioco!
È legittimo tirare l’acqua al proprio mulino.
Quello che si dovrebbe evitare è pensare di contrastare i colossi con gli eserciti di carta.
Della meravigliosa Magna Graecia, oggi rimangono i brandelli della diaspora di popoli che si sono chiusi nei loro piccoli recinti.
Allora, se Catanzaro vuole la sua soprintendenza, accentrando a se tutta la terra d’Istmo dei Feaci, la Magna Graecia ha l’innato diritto d’avere la propria soprintendenza che abbracci le prime due colonie d’archea stirpe in terra di Calabria.
Le stesse città che hanno portato luce laddove, prima di loro, c’era il più completo nulla.
Pertanto, perché non generare una soprintendenza ai beni archeologici e culturali di Sybaris e Kroton! Non una, ma due sedi, magari dirette dallo stesso supervisore, uscendo quindi dal localismo che ci ha caratterizzato ed iniziando un reale e virtuoso percorso di rete.
Si badi bene, l’idea di amalgamare la sibaritide e la crotoniatide non è una forzatura, semplicemente è fare pace con la storia.
Non abbiamo forza e numeri separatamente, ma potremo averla insieme, quando tutto il territorio avrà inverato l’idea di città solidamente diffusa.
In questa Regione, per creare economie di scala bisogna destagionalizzare il turismo, che giocoforza si limita ai soli mesi estivi.
Allora cosa si può sfruttare meglio, oltre al mare, se non la cultura, la storia, l’arte, che nell’Arco Jonico di levante abbonda!
Si pensi ai molteplici castelli, alle fortezze disseminate tra Rocca Imperiale e Le Castella. Riflettiamo sulla miriade di chiese e monasteri che dai centri sulla linea di costa raggiungono i borghi che accarezzano le propaggini della Sila.
Tutto quest’inestimabile tesoro, compreso anche l’unico patrimonio UNESCO in Calabria, gestito, curato e preservato dalla soprintendenza ai beni archeologici e culturali della Magna Graecia.
A quel punto i capoluoghi storici non ci guarderanno più come terra di conquista, ma come competitivi avversari e il riverbero dell’area jonica di levante contribuirà ad irradiare quel circolo virtuoso di rinascita dell’intera Regione.
Domenico Mazza